I giganti cinesi delle batterie per e-car hanno già tutte le carte in regola per dominare il settore del riciclo metalli
I metalli recuperati dalle batterie dei veicoli elettrici potrebbero valere più di 20 miliardi di dollari l’anno
(Rinnovabili.it) – Le auto elettriche sono una miniera di materie prime per l’economia circolare. Secondo una ricerca dell’istituto tedesco Berenberg, nel 2028 verranno estratti annualmente dai veicoli a emissioni zero metalli per un valore di oltre 17 miliardi di euro.
Entro il 2030, infatti, potrebbero essere su strada 125 milioni di vetture elettriche, contro i 3 milioni di oggi. Una crescita legata soprattutto alle performance della Cina dove le vendite di e-cars, già nel 2017, hanno rappresentato metà del milione di veicoli venduti. Sulla base di questo trend, Berenberg stima in 22 miliardi di dollari l’anno entro i prossimi 10 anni il valore dei metalli recuperati dalle celle delle batterie al litio che alimentano le auto elettriche e che a fine vita dovranno essere riciclate.
La miniera delle auto elettriche è fatta fondamentalmente di litio e cobalto, con i prezzi di quest’ultimo praticamente raddoppiati negli ultimi due anni (leggi anche Auto elettriche: Tesla progetta un futuro senza cobalto). I riciclatori già presenti sul mercato potrebbero sembrare in vantaggio, chiarisce Berenberg, ma le aziende cinesi leader del settore delle batterie potrebbero alla fine primeggiare. Del resto, la Cina ha avviato una politica aggressiva in fatto di e-mobility, elargendo generosi incentivi ai veicoli elettrici e promuovendo aziende nazionali come CATL, produttore di batterie. Pechino sta anche facendo pressioni affinché le vendite di veicoli di auto elettriche tocchino sette milioni entro il 2025, rispetto le 500.000 unità con cui ha chiuso il 2017.
Per dare un forte impulso al riciclo, i regolatori cinesi hanno anche reso i produttori di automobili responsabili dello smaltimento delle batterie a fine vita (leggi anche La Cina inizia a riciclare le batterie al litio). Uno strumento per garantire da un lato una gestione sicura della fase “rifiuti” e dall’altro un rifornimento continuo di materia prima per le proprie fabbriche di batterie in crescita. Basti pensare che le aziende cinesi CATL e BYD hanno come obiettivo una capacità combinata di 110 gigawattora entro il 2020, equivalente a più di tre volte le gigafactory di Tesla.