Il valore di carta e cartone riciclato è calato del 41% tra gennaio e agosto 2019: un trend cominciato nel 2017 con il blocco delle importazioni sancito dalla Cina.
L’appello di Unirima, che rappresenta il 90% delle aziende del settore carta da macero: “L’industria non può sopportare tali condizioni per il 3° anno consecutivo”
(Rinnovabili.it) – Nei primi 8 mesi del 2019, il valore della carta da macero è diminuito del 41% e mette a rischio la sostenibilità di uno dei settori cardine dell’economia circolare in Italia: secondo l’associazione autonoma Unirima, che riunisce circa il 90% delle aziende di settore per volumi gestiti, la responsabilità della crisi è da attribuire allo scontro commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina che ha portato quest’ultimi a limitare le importazioni estere di carta da macero e agli States a “invadere” mercati storicamente già saturi come quelli europei.
Un settore, quello del riciclo e recupero della carta e del cartone, che in Italia conta circa 600 stabilimenti e che proprio lo scorso anno ha toccato un nuovo record di volumi gestiti (6,65 milioni di tonnellate di rifiuti cellulosici nel 2018, in aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente secondo l’ultimo report Unirima).
Un’eccellenza che ha nell’export uno dei propri cardini: “solo” 4,7 milioni di tonnellate di carta e cartone recuperato, infatti, vengono destinate al mercato interno, mentre le restanti 1,9 milioni di tonnellate sono destinate al mercato estero, prevalentemente quello del sud est asiatico.
Fino al 2017, la Cina era il principale importatore mondiale di carta da macero mondiale con circa 30 milioni di tonnellate, di cui circa 8 milioni provenienti dal mercato europeo (e italiano (nel 2017 andava in Cina circa il 44% della nostra carta da macero).
La guerra commerciale tra USA e Cina ha fatto calare la domanda cinese: per il 2019, le stime parlano di un massimo di 12 milioni di tonnellate di carta da macero, con gli stessi Stati Uniti e il Regno Unito ancora come principali esportatori.
Il materiale americano è stato dirottato su altri mercati, compreso quello europeo e italiano (+16%) determinando un surplus di carta su mercati già saturi e il conseguente affossamento delle quotazioni della carta da macero.
Nel 2018 in Europa si sono raccolte circa 56,5 milioni di tonnellate di carta a fronte di un utilizzo di circa 48,5 milioni di tonnellate di carta recuperata (con un divario tra domanda e offerta di +8 milioni di tonnellate).
“Per decenni le nostre imprese hanno creato valore dalle attività di recupero/riciclo carta e questo valore è stato distribuito nella filiera, fino al produttore del rifiuto. Oggi però, proprio quando si parla tanto di Economia Circolare e le direttive europee finalmente ne tengono conto, si assiste a notevole deprezzamento della carta da macero – si legge in un comunicato stampa diffuso da Unirima – L’industria europea del recupero/riciclo non può più sopportare tali condizioni di mercato per un terzo anno consecutivo a cui si aggiungono barriere normative”.
“Urgono interventi urgenti e rapidi volti a fermare l’applicazione di restrizioni commerciali basate su criteri discriminatori e sproporzionati, per ripristinare un accesso libero ed equo ai mercati internazionali necessario a bilanciare domanda e offerta – continua il comunicato Unirima – Bisogna emanare in tempi rapidi i decreti end of waste in linea con le norme EN 643 e incentivare l’Eco-design favorendo l’uso di prodotti con materiali da riciclo rispetto a quelli da materia prima vergine e contestualmente ridurre notevolmente l’uso di beni non riciclabili. Il grido di allarme delle imprese del settore è chiaro ed esplicito ora attendiamo gli interventi delle istituzioni e della politica”.
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