L’Università dell’Iowa raccomanda di regolamentare i composti chimici che si annidano nei materiali poliolefinici riciclati per evitare sorprese
Ridurre l’uso di additivi nella produzione di plastica riduce anche il rischio dei materiali poliolefinici riciclati
(Rinnovabili.it) – Nei materiali poliolefinici riciclati possono annidiarsi sostanze non intenzionalmente aggiunte (NIAS) ma potenzialmente dannose. L’attenzione sul tema, richiamata da un numero crescente di studi, è ribadita da un lavoro dell’Università dello Iowa. I ricercatori statunitensi sottolineano l’importanza di affrontare i rischi associati alle sostanze non intenzionalmente aggiunte in questi materiali, utilizzati per gli imballaggi a contatto con gli alimenti. Le NIAS sono contaminanti non voluti che possono emergere durante la degradazione, la produzione o l’uso dei polimeri plastici. I ricercatori sottolineano la necessità di monitorare e regolamentare tali sostanze per migliorare la sicurezza del riciclo della plastica.
Lo studio ha identificato 61 composti diversi in campioni di poliolefine vergini e riciclate postconsumo, tra cui idrocarburi, aldeidi, ftalati e sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS). Il sistema di classificazione Cramer, utilizzato per valutare la pericolosità di queste sostanze, le divide in tre classi (I – bassa, II – intermedia e III – alta) che indicano la probabile tossicità. Nei campioni analizzati, la proporzione di composti collocabili in classe III erano la maggior parte.
Ridurre gli additivi per una migliore materia prima seconda
Per gli esperti, quindi, gli impatti potenziali sulla salute e sull’ambiente delle NIAS nei polimeri riciclati, in particolare quelli utilizzati negli imballaggi alimentari, richiedono una considerazione attenta. Enti regolatori come la Food & Drug Administration degli Stati Uniti hanno linee guida per testare la sicurezza delle plastiche riciclate utilizzate negli imballaggi alimentari.
Questo settore vale infatti circa il 40% della domanda totale di plastica, e il corretto riciclo è essenziale per la sostenibilità del settore. Mentre la produzione di imballaggi cresce, tuttavia, il riciclo non riesce oggi a tenere il passo. Non solo per la quantità di rifiuti processati, ma a volte neanche per quanto riguarda la qualità della materia prima seconda.
La ricerca sottolinea la necessità di un monitoraggio efficace, di buone pratiche e di misure di controllo per ridurre l’uso di additivi potenzialmente dannosi nella produzione di plastica. Bisogna tuttavia saperne di più, secondo gli scienziati, che raccomandano ulteriori ricerche. Occorrerà, sostengono, combinare dati chimici e tossicologici al fine di determinare l’origine e la conformità di questi composti, nonché la comprensione delle cinetiche di migrazione per valutare i rischi di esposizione in diverse condizioni di utilizzo.