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Marmitta: in Francia sfugge al riciclo

Marmitta: in Francia sfugge al riciclo(Rinnovabili.it) – In Francia la marmitta catalitica sfugge al riciclo perché finisce nelle mani dei gruppi criminali. I metalli preziosi in essa contenuti, infatti, rappresenterebbero un’ottima fonte di reddito e sarebbero stati capaci di smuovere un giro d’affari sommerso pari a centinaia di migliaia di euro. Secondo quanto diffuso dalle autorità francesi, dal 2012 al 2013 i furti di questo componente auto sarebbero aumentati del 1.500%: dopo i furti, decine ogni notte, i criminali accumulerebbero il bottino per poi smerciarlo nel resto d’Europa, rivendendolo da un minimo di 15 euro a un massimo di 50 euro al pezzo, in base al modello della marmitta. A smuovere il traffico illecito, dunque, sarebbero l’oro, il platino, il palladio e il rodio, i metalli preziosi presenti nelle marmitte in piccole quantità, il cui prezzo negli ultimi anni è salito aprendo nuove prospettive di guadagno per chi ne è in possesso. I furti di marmitte catalitiche sono iniziati all’incirca nel 2010, da quando cioè la Gendarmerie ha iniziato a intercettare movimenti sospetti che dalla Francia conducevano principalmente in Polonia, Lituania, Moldavia e Romania; nel 2011, gli investigatori hanno arrestato 5 rumeni per il furto di circa 3.000 pezzi, il cui valore è stato stimato in 1 milione di euro.

 

Per il settore del riciclo dell’auto tutto ciò si traduce nel mancato recupero di materiali di pregio, che potrebbero invece essere reimpiegati nella messa a punto di marmitte catalitiche nuove: nei processi di riciclo che coinvolgono la marmitta, infatti, i metalli preziosi vengono recuperati allo stato puro e possono essere reinseriti integralmente nel ciclo produttivo, consentendo il rientro di denaro utile all’industria. Tra le marmitte più ambite, hanno dichiarato gli inquirenti, ci sarebbero quelle della Peugeot, più popolari di altre perché contengono una maggiore quantità di metalli preziosi.

 

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