La proposta dell’Associazione Nazionale Aggregati Riciclati: “Avviare un tavolo tecnico sulla gestione delle macerie post sisma nel Centro-Italia”
La ripresa dei territori passa anche per il riciclo inerti
(Rinnovabili.it) – Ad oltre un anno dal terremoto che la scorsa estate ha colpito Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, la distruzione fa ancora bella mostra di sé. La maggior parte delle macerie post sisma giacciono ancora indisturbate nelle zone distrutte dalle scosse. Secondo Legambiente, che insieme a Fillea Cgil ha avviato un Osservatorio nazionale per una ricostruzione di qualità, ad agosto di questo anno risultavano rimosse appena 227.500 tonnellate dei 2.657.000 stimati dalle quattro Regioni.
L’appello, lanciato a più riprese in questo mesi, è quello a velocizzare le procedure di recupero delle macerie e individuare altre zone dove poter trattare gli inerti riutilizzabili per la ricostruzione. Un tema di cui si è tornato a parlare proprio in questi giorni, in occasione del convegno “Macerie nel cratere, la gestione sostenibile”, promosso dall’associazione SpazioAmbiente e dal Comune di Ascoli Piceno nel capoluogo marchigiano. A prendere parte al tavolo di discussioni è stata anche l’ANPAR – l’Associazione Nazionale Aggregati Riciclati aderente a FISE UNIRE, che attraverso la voce del suo presidente, Paolo Barberi, ha illustrato il supporto che il settore del riciclo inerti può offrire alla ripresa del territorio.
>>leggi anche Rifiuti edili, riciclo fermo al 10% a causa di burocrazia e illegalità<<
Una ripresa post sisma che si fa urgente soprattutto nelle Regione Marche: su 87 Comuni colpiti dal terremoto, 52 sono ancora invasi da rifiuti edilizi e rovine e ben 9 sono ancora inaccessibili a causa dell’inagibilità delle vie di comunicazione, impossibilitati quindi ad avviare le operazioni di raccolta e riciclo inerti.
Come cambiare il passo? Avviando da subito “un tavolo tecnico sulla gestione delle macerie post sisma nel Centro-Italia che, insieme ai soggetti decisori, coinvolga anche gli operatori del riciclo dei rifiuti inerti con l’obiettivo di liberare i territori colpiti dalla presenza di questi rifiuti stimolandone l’effettivo recupero e utilizzo”, spiega Barberi.
>>Leggi anche Terre e rocce da scavo, da rifiuti a sottoprodotti<<
Un lavoro coordinato in cui ognuno deve svolgere il proprio ruolo: “Da una parte, – aggiunge il presidente ANPAR – chi ha la responsabilità della programmazione e del governo delle azioni necessarie alla rimozione e al recupero dei rifiuti (coerentemente con i moderni principi di economia circolare dettati dall’Unione Europea e recepiti dallo Stato italiano) deve individuare le opere in cui è possibile impiegare questi prodotti riciclati, ad esempio per la ricostruzione delle infrastrutture di trasporto e di servizio; le aziende, da parte loro, devono essere pronte a riciclare le macerie provenienti dalle aree terremotate in conformità con le normative tecniche e ambientali in vigore, producendo materiali che rispondano ai requisiti dei capitolati tecnici delle opere da realizzare”.