Le tecniche già esistenti possono sbloccare il settore del riciclo da tessuto a tessuto
La sfida titanica che oggi l’industria della moda ha di fronte, potrebbe aver trovato una soluzione. A Ketting, una cittadina 120 km a nord di Londra, il progetto Re:claim per il riciclo da tessuto a tessuto sta consolidando un processo unico al mondo. Almeno così lo ha definito il Guardian, che ha raccontato questa storia interessante.
Mentre milioni di tonnellate di vestiti finiscono ogni anno in discarica o vengono inceneriti, Re:claim sta aprendo una nuova strada nel mondo dell’economia circolare con un’innovativa tecnologia. Il progetto è figlio di una collaborazione tra l’Esercito della Salvezza e Project Plan B, uno specialista del riciclo. L’impresa sta adattando i metodi utilizzati per il riciclo delle bottiglie di plastica al trattamento di tessuti di poliestere. Questi vengono ridotti in granuli, che a loro volta possono essere trasformati in filati per la produzione di nuovi vestiti.
Il processo di Re:claim inizia con la selezione degli indumenti provenienti dal centro di smistamento dell’Esercito della Salvezza. Utilizzando sensori a infrarossi, vengono identificati e separati i tessuti di lana, cotone e nylon che possono essere destinati al riprocessamento. Questo approccio mirato consente di recuperare materiali altrimenti destinati alla discarica.
L’obiettivo è quello di riciclare 2.500 tonnellate di tessuti quest’anno, con un piano per raddoppiare questo volume entro il 2025. La società sta collaborando con importanti rivenditori e produttori di abbigliamento per incoraggiare l’uso di poliestere riciclato nei loro prodotti.
Tuttavia, Re:claim si trova ad affrontare diverse sfide lungo il cammino. Si va dalla gestione delle contaminazioni come i capelli umani, che possono influenzare la tintura dei granuli, ai costi aggiuntivi associati alla spedizione dei materiali ai filatori, che hanno sede in Asia o Turchia. Il mercato, e quindi la filiera, è infatti ancora tutto da costruire. Il riciclo da tessuto a tessuto necessita di una fornitura affidabile di materiale usato lavorato per ridurre la contaminazione. Serve un produttore di filati pronto ad acquistare il materiale e il tessuto riciclati e servono marchi di abbigliamento pronti a utilizzare un prodotto che potrebbe non soddisfare i criteri dei materiali con cui lavorano abitualmente.
Sempre più aziende e governi, però, riconoscono l’importanza di adottare pratiche sostenibili e abbandonare la fast fashion.