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Presentata la proposta di legge sul riuso

Nel testo, obblighi di tracciabilità dei beni usati, misure a favore dei soggetti vulnerabili e l'introduzione di un codice di attività

legge sul riuso

 

La proposta di legge sul riuso riconosce per la prima volta la figura dell’operatore dell’usato

(Rinnovabili.it) – Una legge sul riuso che disciplini il settore dell’usato per proteggere la filiera e valorizzarne al massimo le potenzialità. Questa la proposta che ha iniziato a farsi strada nelle stanze di Montecitorio. Il provvedimento – a prima firma di Stefano Vignaroli, portavoce M5S e capogruppo di Commissione Ambiente alla Camera – ha cominciato oggi l’iter parlamentare. Il testo mira a regolamentare e rilanciare il settore italiano del riuso, con norme ad hoc per gli operatori dell’usato, ossia a tutti quei soggetti che a vario titolo raccolgono e distribuiscono beni di seconda mano. Come? Istituendo un codice di attività specifico, il Codice Ateco e  introducendo obblighi di tracciabilità dei beni usati.

 

Oggi sono circa 100mila le persone coinvolte nella distribuzione di merci di seconda mano. Si tratta di operatori ambulanti, ma anche di negozi dell’usato in conto terzi e quelli dell’usato tradizionali, di cooperative dedicate, di centri del riuso e di tutti quei soggetti che si occupano di raccolta, recupero e distribuzione all’ingrosso di abiti usati ed elettrodomestici. Si stima che dalle loro attività si recuperino annualmente 500mila tonnellate di beni che finiscono così nella filiera del riuso, per un fatturato complessivo di 2 miliardi di euro.

Ma senza un quadro normativo di riferimento il settore è spesso schiacciato dal peso fiscale e molti operatori sono costretti a lavorare in una zona grigia che genera precariato e una serie di problemi a ogni livello. Non solo. A mancare è anche il coordinamento fra enti pubblici e attori privati: per la maggior parte dei beni durevoli, ad esempio, le raccolte dei rifiuti urbani non sono organizzate per differenziare ciò che è riutilizzabile.

 

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Grazie alla nuova legge sul riuso (Proposta di Legge n. 1065 – Disposizioni per la disciplina dell’economia dei beni usati e la promozione del settore del riutilizzo, nonché istituzione del Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo) verrà riconosciuta la figura dell’operatore dell’usato. Attraverso il codice Ateco saranno circoscritti in maniera chiara i soggetti su cui ricadranno i provvedimenti in materia fiscale, commerciale, urbanistica e ambientale, inserendo obblighi di tracciabilità per prevenire ricettazione e riciclaggio. Tra le disposizioni vi sono anche misure a tutela dei mercati storici e a favore dei soggetti vulnerabili, regole sull’insediamento degli operatori dell’usato nel territorio e l’istituzione presso il Ministero dell’Ambiente di un Tavolo di lavoro permanente per promuovere accordi e politiche finalizzati a incrementare riutilizzo e preparazione al riutilizzo. La proposta vincola inoltre lo Stato a intercettare fondi europei per sostenere il settore del riuso grazie a politiche di educazione e dei percorsi di formazione professionale degli operatori.

 

Il testo si ispira alle istanze mosse dalla Rete nazionale degli operatori dell’usato (Rete ONU) che porta avanti ormai da anni il lavoro di operatori dell’usato e che oggi saluta con soddisfazione la proposta normativa. “Questa iniziativa – spiega Pietro Luppi, Portavoce di Rete Onu –  contribuirà a sbloccare l’intercettazione delle 600mila tonnellate di rifiuti riutilizzabili in buono stato che potrebbero essere reinseriti in circolazione; si tratta del 2% dell’intera produzione di rifiuti urbani che causa uno spreco di denaro pubblico di almeno 60 milioni di euro annui. Seguiremo con estrema attenzione tutto l’iter di discussione della legge e proporremo che vengano affrontate alcune questioni che per gli operatori dell’usato sono fondamentali, come ad esempio le difficoltà generate dalla richiesta di offerte economiche al massimo rialzo per affidare il servizio di raccolta di beni riutilizzabili”.

 

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