L’estrazione di litio, nichel, cobalto e altri metalli critici deve essere ridotta con riciclo e tecnologie migliori
Le batterie rappresentano il 50% di tutte le risorse consumate nella produzione di veicoli elettrici e richiedono diversi metalli critici come litio, nichel, cobalto, manganese e grafite. Tuttavia, le proiezioni attuali della domanda di risorse spesso sottostimano il fabbisogno totale di minerali. Infatti, non tengono conto della sostituzione delle batterie durante il ciclo di vita del veicolo e nemmeno dell’aumento della capacità.
Qualcuno ha pensato di rifare i conti includendo le variabili lasciate indietro, e i risultati sono interessanti. Uno studio pubblicato sulla rivista Resources, Conservation and Recycling qualche giorno fa dall’Università Ritsumeikan, in Giappone, fornisce stime più realistiche del fabbisogno di risorse per i veicoli elettrici entro il 2050. La ricerca affronta le attuali sottovalutazioni considerando la domanda di materie prime per produrre, utilizzare e mantenere i veicoli elettrici. Inoltre, propone diverse strategie per mitigare il consumo di metalli critici.
Gli scienziati hanno fatto tre scenari: lo scenario tecnologico di riferimento (RTS), lo scenario dei 2 gradi (2DS) e lo Scenario Beyond 2-Degree (oltre i due gradi – B2DS). Il consumo totale di materiali che hanno preso in considerazione comprende sia quelli utilizzati nella produzione delle batterie sia quelli estratti ma non utilizzati. Lo studio presuppone che i veicoli abbiano una durata di vita di 15 anni o 100 mila km e utilizzino batterie agli ioni di litio con nichel, cobalto e manganese, sostituite ogni sette anni.
I risultati rivelano che il consumo aumenta in tutti e tre gli scenari. Nello scenario RTS, la domanda quasi raddoppia al 2050 rispetto ai livelli del 2015. Nello scenario B2DS, la domanda sale del 22,7%, con le batterie al litio che coprono il 55% dell’utilizzo totale delle risorse.
Specifiche strategie di economia circolare potrebbero però dimezzare la domanda di risorse o mantenerla ai livelli del 2015. Occorrerebbe estendere la durata dei veicoli, promuovere servizi di car e ride-sharing, migliorare il recupero e il riciclo dei materiali per costruire nuove batterie, migliorare l’efficienza adottare più batterie allo stato solido.
Tra tutte queste misure, il ride-sharing e il riciclo presentano il maggior impatto, secondo i ricercatori giapponesi. Potrebbero ridurre la domanda di risorse rispettivamente del 37,0%–43,0% e del 33,0%–39,6%. Anche i miglioramenti nel risparmio energetico sarebbero significativi, contribuendo a una riduzione della domanda del 10,2%–21,8%. Le batterie allo stato solido potrebbero evitare l’uso di materia aggiuntiva del 30,6%.
Si tratta dunque di settori in cui aumentare di molto gli investimenti e gli obiettivi. La previsione è che la domanda di veicoli elettrici crescerà da meno di 45 milioni nel 2023 a 250 milioni nel 2030 e raggiungerà i 525 milioni nel 2035. Di fronte a questi numeri, non si può rimanere alla finestra.