L’economia circolare legata alle energie rinnovabili fa passi avanti grazie alla resina ecologica
(Rinnovabili.it) – Dopo tre anni di ricerche e test, finalmente il National Renewable Energy Laboratory statunitense ha prodotto una resina ecologica e riciclabile per rendere più sostenibili le turbine eoliche. Si tratta dell’epilogo positivo di una ricerca durata tre anni. Gli scienziati volevano creare una resina facilmente riciclabile che fungesse da collante per tenere insieme le pale di una turbina.
Dopo lunghe sperimentazioni, il team è riuscito a utilizzare con successo la nuova resina per costruire un prototipo di pala eolica di 9 metri. L’esperimento rappresenta un passo decisivo verso la scalabilità commerciale dell’invenzione. Soprannominata PECAN, la nuova resina vanta una composizione innovativa. Il nome è un acronimo di PolyEster Covalently Adaptable Network, che richiama la struttura chimica del materiale. Si basa su sostanze chimiche di origine biologica estratte dai rifiuti organici.
Il mondo va verso l’installazione di milioni di tonnellate di turbine eoliche nei prossimi decenni. Rendere più sostenibile il comparto è quindi una missione non trascurabile. Tradizionalmente, la maggior parte delle resine utilizzate nelle pale delle turbine richiede risorse non rinnovabili come il petrolio. Non solo, ma serve anche molta energia per dar vita a queste sostanze. Oltretutto, sono difficili o impossibili da riciclare in modo economico e senza degradare il materiale.
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Le alternative languono perché creare una resina durevole a matrice biologica non è facile. L’invenzione del NREL potrebbe dare una svolta. Non solo perché la realizzazione del suo prodotto è a base di sorbitolo, uno zucchero vegetale. Ma anche perché il processo di produzione della pala con resina ecologica è molto meno impattante. Gli scienziati hanno infatti calcolato che produrre la resina PECAN genera il 40% in meno di emissioni e richiede il 30% in meno di energia rispetto alla controparte epossidica utilizzata di norma.
Le prestazioni strutturali sono del tutto paragonabili e in alcuni casi superiori alle resine “fossili”. Con il vantaggio della riciclabilità. I produttori possono depolimerizzarla utilizzando energia o attrezzature minime e senza sostanze chimiche aggressive o nocive.