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Le bustine di tè biodegradabili falliscono il test di impatto ambientale

L’Università di Plymouth ha dimostrato che alcune bustine di tè biodegradabili in PLA restano intatte almeno 7 mesi nel compost

bustine di tè biodegradabili
Foto di K8 su Unsplash

La lenta degradazione delle bustine di the biodegradabili ha un impatto ambientale importante

Alcune bustine di tè biodegradabili non si degradano nel suolo e possono danneggiare l’ambiente e la fauna. Lo afferma una ricerca dell’Università di Plymouth, che  ha esaminato bustine di tè realizzate con tre composizioni di acido polilattico.

Gli oggetti “incriminati” sono stati sepolti nel terreno per sette mesi. Poi sono state utilizzate diverse tecniche per valutare la loro degradazione. Le bustine in PLA puro sono rimaste intatte. Tuttavia, le bustine in PLA e cellulosa si sono ridotte del 60-80% della loro massa complessiva.

Lo studio ha anche esaminato l’impatto sui lombrichi Eisenia fetida. Si tratta di animali ritenuti fondamentali per il ricambio dei nutrienti del suolo. L’esposizione a diverse concentrazioni di bioplastica ha causato un aumento della mortalità fino al 15%. Alcune concentrazioni di PLA hanno influenzato negativamente la riproduzione.

Gli autori dello studio, pubblicato su Science of the Total Environment, chiedono informazioni accurate sullo smaltimento delle bustine di tè. Solo uno dei produttori studiati indicava che le bustine non erano compostabili in casa.

L’acido polilattico, d’altra parte, è sempre più utilizzato in risposta alla crisi dei rifiuti di plastica. Tuttavia, secondo i ricercatori è necessario un lavoro più accurato di analisi sulla sua degradazione prima di sdoganarlo per l’utilizzo diffuso. Il PLA ha una ridotta impronta di carbonio rispetto alla plastica tradizionale. Il che ne fa un competitor vantaggioso dal punto di vista climatico. Tuttavia, la sua struttura molecolare rimane intatta nel terreno dopo sette mesi. Cosa che lo rende non molto appetibile dal punto di vista ecologico.

Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto BIO-PLASTIC-RISK, finanziato dal Natural Environment Research Council. L’intenzione del progetto era valutare la decomposizione di imballaggi e prodotti biodegradabili e i loro effetti sulle specie terrestri e marine.

A bioplastiche che a volte non raggiungono la qualità necessaria per la degradazione, si aggiunge la mancanza di etichettatura chiara che può portare a smaltimenti inappropriati nel compost. Ciò aumenta il rischio di contaminazione del suolo e potenziali impatti sulla fauna selvatica e le piante, dicono i ricercatori.

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