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L’automazione industriale è più green grazie ai robot rigenerati 

robot rigenerati
Via depositphotos.com

Interamente sviluppato in Italia, il programma promette di produrre 100 robot rigenerati entro fine anno

(Rinnovabili.it) – Forse Blade Runner avrebbe avuto un altro finale se il programma Re-Generation di FANUC Italia fosse stato attivo negli anni Ottanta. Il progetto pilota per ottenere robot rigenerati, nasce per dare alle macchine una seconda vita. I componenti usurati vengono ricondizionati e i robot possono così tornare sulle linee di produzione. Il settore è quello dell’automazione industriale e del controllo numerico, ma il progetto potrebbe sconfinare in altri settori.

Per ora l’azienda, nel suo stabilimento di Lainate, si gode un primato: ha lanciato un progetto interamente sviluppato in Italia, che rappresenta un pilota anche per l’Europa. L’obiettivo è arrivare a fine anno con 100 robot rigenerati.

“In un contesto di mercato caratterizzato da crisi energetica, aumento del costo delle materie prime, problemi di approvvigionamento e soventi interruzioni delle supply chain, è fondamentale orientare sempre più gli investimenti nella direzione della sostenibilità grazie allo sviluppo di soluzioni e servizi innovativi – spiega FANUC – In questo scenario, il remanufacturing industriale rappresenta un trend mondiale in enorme crescita”. 

Le previsioni citate dall’azienda per il settore dicono che il mercato crescerà di 304,36 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2026. E il nostro continente farà la sua parte. Secondo lo European Remanufacturing Network, in Europa il giro di affari sarà pari a 100 miliardi di euro nel 2030, trainato dall’automotive. I robot rigenerati da FANUC vengono riconsegnati ai clienti insieme a componenti di ricambio, che sono a loro volta ricondizionati. Le parti danneggiate vengono sostituite, così come quelle usurate. Queste ultime, però, non finiscono immediatamente smaltite. Vengono esaminate per valutarne il possibile impiego in altri campi. La macchina ricondizionata viene restituita con un libretto – il green book – che descrive le operazioni svolte e la percentuale di ricambi a loro volta ricondizionati e poi impiegati nella rigenerazione. Del robot insomma, come ricorda l’adagio contadino, non si butta via niente.

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