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La gelatina da scarti zootecnici può contribuire alla moda sostenibile?

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Foto di Alexander Grey su Unsplash

Testata da ingegneri del Colorado, dovrebbe contribuire al settore della moda sostenibile

Un team di ingegneri e designer dell’Università di Boulder, in Colorado, ha sviluppato una macchina fai-da-te per filare fibre tessili da materiali sostenibili come la gelatina. L’idea è produrre abiti da riciclare sciogliendoli in acqua calda, per poi crearne di nuovi. Sembra uno scenario futuristico, ma l’esperimento dei ricercatori statunitensi dimostra che una moda sostenibile è possibile.

La macchina sviluppata dal team è compatta e accessibile, con un costo di realizzazione di soli 560 dollari. La speranza è che il dispositivo permetta ai progettisti di tutto il mondo di sperimentare la produzione di biofibre personalizzate. La tecnologia delle “biofibre” si inserisce in una tendenza più ampia che vede crescere la ricerca nel settore dei cosiddetti “tessuti intelligenti“. Ma spesso questi capi innovativi non sono riciclabili, specialmente quando integrano materiali elettronici o fibre provenienti da diverse materie prime. Il problema è infatti la separazione che occorre operare prima del riciclo.

Desktop Biofibers Spinning: An Open-Source Machine for Exploring Biobased Fibers - ACM CHI 2024

Per superare queste sfide, i ricercatori hanno scelto di lavorare con la gelatina, una proteina elastica comune negli scarti dell’industria della carne. Questa proteina elastica è comune nelle ossa e negli zoccoli di molti animali, inclusi maiali e mucche. Ogni anno, i produttori di carne buttano via grandi quantità di gelatina che non soddisfa i requisiti per cosmetici o prodotti alimentari. La macchina sviluppata utilizza una siringa di plastica per riscaldare e filare la gelatina in fibre lunghe e sottili, simili a una tela di ragno. Le fibre passano poi attraverso bagni liquidi dove possono essere colorate con pigmenti naturali e rafforzate con additivi come la genipina.

Con questi scarti, i designer possono creare abiti con biofibre che, una volta sciolti, liberano i filati per un facile riciclo. I ricercatori dell’Università di Boulder ritengono che in futuro i tessuti potranno essere completamente riciclabili e prodotti da materiali naturali come la chitina e l’agar-agar, riducendo significativamente l’impatto ambientale dell’industria della moda.

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