Cina e Giappone si uniscono in joint-venture per riciclare le batterie in Europa

C’è bisogno di riciclo delle batterie. Entra in azione una joint-venture orientale. Dobbiamo recuperarne i minerali preziosi che contengono: dal litio al cobalto, dal rame al manganese, ed altri ancora. Per questo motivo l’Unione Europea ha proposto una nuova regolamentazione che prevede di riciclare il 65% in peso delle batterie agli ioni di litio entro il 2025 per salire al 70% entro il 2030. Inoltre, gli obiettivi di recupero per singolo metallo entro il 2030 sono fissati al 95% per cobalto, rame, nichel e piombo, e al 70% per il litio. Percentuali elevati, che evidenziano quale sia la strada da percorrere. E da raggiungere.
Tonnellate di batterie da riciclare
Secondo le stime del Politecnico di Milano, il vecchio continente può riciclare materiali strategici delle batterie per 80 mila tonnellate, ma negli anni che verranno crescerà il peso delle batterie che alimentano le auto elettriche, quindi i numeri sono destinati a salire molto. Il Joint Research Center dell’Ue ipotizza che le migliaia di tonnellate, saranno 350 nel 2030, tra moduli a fine vita e rifiuti del processo produttivo. Per trattare tutti i volumi di batterie per BEV da riciclare serviranno investimenti di 142 milioni di euro entro il 2030 e 2,6 miliardi entro il 2050 (Fonte PoliMi).
Commissione Ue approva joint-venture per riciclo
Tutte ragioni che hanno avuto un peso nell’approvazione da parte della Commissione europea, ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni, alla creazione di una joint venture da parte di società controllate da China Minmetals Corporation (Minmetals) e Meiwa Corporation, entrambe cinesi, e da una controllata della giapponese Toyota Motor Corporation. L’operazione riguarda in misura principale il settore del riciclaggio delle batterie agli ioni di litio, ma l‘Esecutivo Ue ha concluso che la transazione notificata non solleva problemi di concorrenza, dato l’impatto limitato sullo Spazio economico europeo.
Cosa prevede il Regolamento UE sulle concentrazioni
La joint venture è stata approvata dalla Commissione tenendo in considerazione il Regolamento UE sulle concentrazioni (Regolamento CE n. 139/2004) che disciplina le fusioni e acquisizioni tra imprese per evitare che ostacolino la concorrenza nel mercato unico. L’obiettivo del Regolament è impedire la creazione o il rafforzamento di posizioni dominanti che potrebbero ridurre la concorrenza.
In particolare, si considera una concentrazione rilevante se il fatturato globale cumulato delle imprese coinvolte supera i 5 miliardi di euro, con almeno 250 milioni di euro realizzati nell’UE da almeno due imprese, a meno che più di due terzi del loro fatturato UE siano generati nello stesso Stato membro. In alternativa, si applica se il fatturato globale delle imprese supera 2,5 miliardi di euro, con determinate soglie minime in almeno tre Stati membri.
Per riportare alcuni esempi noti valutati dalla Commissione ci sono Google/Motorola (2012), approvata senza condizioni, Facebook/WhatsApp (2014), approvata, ma successivamente indagata per l’uso dei dati, e Siemens/Alstom (2019), vietata per il rischio di riduzione della concorrenza nel settore ferroviario.