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L’Italia messa in mora dall’UE per obiettivi di riciclo e Direttiva rifiuti

obiettivi di riciclo
Foto di Sara Kurfeß su Unsplash

Il Belpaese è in buona compagnia. Molti stati membri non hanno centrato gli obiettivi di riciclo

A luglio l’Italia è finita nel mirino della Commissione Europea per non aver raggiunto gli obiettivi di riciclo e per il mancato recepimento della Direttiva rifiuti. Bruxelles ha pubblicato la sua lista delle procedure di infrazione e il nostro paese è tra quelli segnalati. 

La Direttiva recepita male

L’Italia ha ricevuto una prima lettera di messa in mora per non aver correttamente recepito la Direttiva quadro sui rifiuti. che mira a prevenire o ridurre la produzione di rifiuti. Lo fa riducendo l’impatto complessivo dell’uso delle risorse e migliorando l’efficienza del loro utilizzo.

La Direttiva modificata stabilisce obiettivi vincolanti per il riciclo e la preparazione al riutilizzo dei rifiuti urbani. Inoltre, introduce requisiti per gli stati membri al fine di migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti e l’efficienza dell’uso delle risorse. Il termine per recepire la Direttiva modificata nella legislazione nazionale era il 5 luglio 2020. La Commissione ha già avviato procedure di infrazione contro dieci altri Stati membri, tra cui Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania.

L’Italia non ha correttamente recepito diverse disposizioni della Direttiva. Si tratta della responsabilità estesa del produttore, il riciclo di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l’implementazione di un sistema elettronico di tracciabilità. La Commissione ha quindi inviato una lettera di messa in mora a Roma, che ha ora due mesi per rispondere e affrontare le carenze sollevate dall’esecutivo UE. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di emettere un parere motivato.

Obiettivi di riciclo non raggiunti

L’altra procedura, che vedrà arrivare una seconda lettera di messa in mora, mette nel mirino il mancato raggiungimento degli obiettivi di raccolta e riciclo dei rifiuti. L’Italia non è il solo paese a finire dietro la lavagna. Secondo i dati più recenti, tutti gli stati membri non hanno rispettato diversi obiettivi di raccolta e riciclo stabiliti dalla legislazione UE sui rifiuti. La Direttiva quadro sui rifiuti stabilisce obiettivi vincolanti per la preparazione al riutilizzo e il riciclo dei rifiuti urbani. L’Italia, insieme a Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Francia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Finlandia e Svezia non ha raggiunto l’obiettivo del 50% per il 2020.

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