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“L’Italia del riciclo” 2021, trend in crescita

Il Rapporto “L’Italia del riciclo” 2021 conferma l’ottima posizione del nostro Paese a livello europeo. Le raccolte differenziate, anche nel 2020 e quindi nel periodo più duro della pandemia, in alcuni casi hanno addirittura raggiunto in anticipo gli obiettivi fissati

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(Rinnovabili.it) – Una buona notizia dal Rapporto “L’Italia del riciclo”: il riciclo dei rifiuti in Italia continua a crescere. Il Rapporto, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE Unicircular,  riporta i dati e le tendenze relativi al riciclo dei rifiuti prendendo in esame le diverse filiere.

Le raccolte differenziate, anche nel 2020 e quindi nel periodo più duro della pandemia, in alcuni casi hanno addirittura raggiunto in anticipo gli obiettivi fissati. Altre hanno maggiormente risentito delle restrizioni che hanno causato un calo della domanda, ma già nella seconda parte dell’anno hanno cominciato a recuperare.

Il sistema ha tenuto, nonostante la pandemia

Come ha dichiarato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, «il sistema italiano del riciclo dei rifiuti, pilastro dell’economia circolare e importante anche per ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas serra, ha tenuto bene nel 2020, l’anno più duro della pandemia.

Ora può giocare un ruolo importante nella ripresa del Paese, ma deve attrezzarsi meglio per cogliere le nuove sfide ed evitare errori che potrebbero farlo arretrare.

Per cogliere le nuove sfide, il riciclo deve avere maggiori sbocchi per i materiali che produce in modo che le materie prime seconde siano preferite alle materie prime vergini e maggiormente richieste e impiegate.

Gli errori da evitare sono quelli che colpiscono i punti di forza del sistema italiano del riciclo e risentono di spinte di interessi e convenienze particolari con ricadute però negative sulle maggiori quantità di rifiuti riciclati».

L’Italia leader europeo nel riciclo dei rifiuti

“L’Italia del riciclo” conferma l’ottima posizione del nostro Paese nel riciclo dei rifiuti a livello europeo e la crescita costante in termini di quantità, tuttavia è evidente che per fare un salto di qualità sono indispensabili una semplificazione normativa e incentivi all’uso dei prodotti riciclati.

In alcune Regioni italiane gli impianti non sono ancora adeguati, e questa è una condizione perché il riciclo sia più efficiente in ogni settore e sia possibile sviluppare nuovi processi di riciclo.

I numeri del Rapporto, pur con le differenze nelle singole filiere, sono decisamente positivi. Ad esempio, il riciclo degli imballaggi nel 2020 ha avviato a recupero di materia circa 9,6 milioni di tonnellate (dato stabile rispetto al 2019).

Il tasso di riciclo è salito al 73% dell’immesso al consumo, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’Italia ha registrato nel 2020 tassi di riciclo da record europeo: carta (87%), vetro (79%), plastica (49%;), legno (62%), alluminio (69%), acciaio (80%).

Le performance meno brillanti

Non altrettanto brillante la performance di altre filiere. Il tasso nazionale di raccolta dei RAEE è stato il 38,4% dell’immesso al consumo; nel 2019 era stato fissato un obiettivo del 65%, quindi è un settore in cui c’è ancora molto da fare.

Anche i veicoli fuori uso sono lontani dall’obiettivo del 95% che era stato previsto per il 2015: la percentuale di reimpiego e riciclo, infatti, si è fermata all’85%.

Lo stesso discorso vale per pile e accumulatori portatili: il tasso di raccolta si è fermato al 43%, ovvero due punti sotto il target che era stato previsto per il 2016. Non sono distanze incolmabili, ma è evidente che sia necessaria una decisa accelerazione.

Una filiera che ha sicuramente risentito della contrazione dei consumi dovuti alla pandemia è quella degli oli minerali usati e degli oli vegetali esausti avviati a riciclo che hanno registrato rispettivamente un calo dell’11% e del 12% rispetto al 2019.

Confrontando i dati dell’anno precedente, la raccolta della frazione organica, dei rifiuti tessili e degli inerti hanno registrato un trend in crescita rispettivamente del 7,5% per l’organico e 8% per tessili e inerti.

Ottima performance degli pneumatici fuori uso: si stima che siano state avviate a recupero di materia 82.400 tonnellate e a recupero energetico 119.000 tonnellate. In crescita anche il riciclo dei rifiuti da spazzamento stradale (451.000 tonnellate, circa 7,5 kg/abitante) e quello dei solventi che raggiunge quota 77% dell’immesso al consumo.

L’importanza strategica del riciclo

La pandemia ha inciso in modo pesante in alcuni settori produttivi come edilizia e automotive. Il calo della domanda ha causato il crollo generalizzato dei prezzi delle materie prime, che ha avuto un impatto sui prezzi dei materiali riciclati.

Oggi, alla ripartenza del mercato, la situazione è altrettanto critica. I maggiori fornitori – Cina in testa – hanno compreso subito la difficoltà a reperire materie prime, soprattutto quelle strategiche: ne hanno fatto scorta e le vendono in quantità limitate, determinando un enorme aumento dei prezzi.

Proprio su questa criticità è intervenuto Paolo Barberi, presidente di FISE UNICIRCULAR: «Questi anni di pandemia ci stanno facendo toccare con mano quanto le nostre economie siano fragili e dipendenti dalla politica degli approvvigionamenti di altri Paesi.

Ecco quindi che il riciclo, oltre alla valenza che esso riveste per la transizione ecologica, assume ancor più un’importanza strategica per la resilienza del nostro sistema economico e sociale.

Per questo motivo occorre creare un mercato e una cultura che valorizzino adeguatamente, con opportuni strumenti, i materiali e i prodotti da riciclo, scoraggiando il ricorso all’utilizzo delle materie prime vergini e premiando un settore industriale fatto spesso di attività private di piccole o medie dimensioni, che hanno consentito e consentono il raggiungimento di importanti risultati di recupero di materia e energia dai rifiuti».