Presentati i risultati de L’Italia del Riciclo 2018, il rapporto annuale con cui FISE Unicircular e Fondazione Sviluppo Sostenibile indagano il settore del riciclo dei rifiuti in Italia
A preoccupare gli autori de L’Italia del Riciclo 2018 i ritardi e l’inadeguatezza con cui si sta affrontando la questione “end of waste”
(Rinnovabili.it) – Dati in crescita in quasi tutte le filiere e aspettative positive per le nuove direttive europee in materia di economia circolare. Dal rapporto L’Italia del Riciclo 2018, quello che emerge è un settore che si conferma un’eccellenza nel nostro Paese e che oggi può cogliere l’opportunità di passare dal riciclo di rifiuti tipico di un’economia lineare ad un compiuto sistema di economia circolare. Giunto alla sua nona edizione, il rapporto è stato curato da FISE Unicircular e Fondazione Sviluppo Sostenibile e punta a offrire una panoramica sul riciclo dei rifiuti in Italia, valutando le tendenze in atto, le dinamiche europee e quelle internazionali, così come l’import/export dei rifiuti nel nostro territorio nazionale.
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A parte flessioni registrate nel riciclo di veicoli fuori uso, pile e accumulatori, imballaggi in alluminio e pneumatici fuori uso, il dato più evidente è la crescita delle performance in ogni singola filiera del riciclo dei rifiuti in Italia: della raccolta differenziata, che ha raggiunto il 55,5%, e del riciclo dei rifiuti urbani pari a 44% (rispettivamente +3% e +2% rispetto al 2016; del riciclo dei rifiuti di imballaggio (8,8 milioni di tonnellate nel 2017, +3,7% rispetto al 2016), che ha raggiunto il 67,5% sull’immesso al consumo, superando prima del tempo l’obiettivo del 65% imposto dalla nuova direttiva al 2025; del riciclo delle singole filiere dei rifiuti d’imballaggio (carta +3,6%, plastica +5,1%, vetro +4,8%, legno +3,4%, acciaio +0,3%); della raccolta della frazione organica (+ 3,2%) e di quella dei RAEE (+ 5%). Cresciuti anche il riciclo degli oli minerali usati (45% dell’immesso a consumo), la raccolta degli oli vegetali esausti (+8% rispetto al 2016) e il riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione (tasso di recupero di materia al 76%). Rispetto a quanto precedentemente rilevato nel 2012, anche i flussi di import ed export si sono contratti del 2% e del 13% rispettivamente, con 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti entrate in Italia e 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti esportate (dati al 2016).
A preoccupare gli autori del rapporto sono invece i ritardi e l’inadeguatezza con cui si sta affrontando la questione “end of waste”, che potrebbe ostacolare lo sviluppo del settore del riciclo in Italia. “Il recepimento del nuovo pacchetto di Direttive europee per l’economia circolare – ha commentato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – va attuato con la massima cura, coinvolgendo i soggetti interessati, affinché sia uno strumento per fare ulteriori passi avanti, evitando errori normativi che invece potrebbero causare difficoltà e battute d’arresto”.”La sfida del cambiamento di modello economico – ha aggiunto il Presidente di FISE Unicircular, Andrea Fluttero – parte dalle solide basi dell’industria del riciclo, ma è necessario che, sotto la guida ed il controllo di una “cabina di regia” per le diverse filiere coinvolte, ogni anello della catena ripensi a se stesso in chiave di circolarità, dai produttori – con un’accurata ecoprogettazione – alla distribuzione, ai consumatori, per finire con “l’anello mancante”, del post consumo, composto da logistica di ritorno, raccolta, preparazione al riuso, riuso, riciclo, creazione del mercato delle materie prime seconde, grazie ad adeguati strumenti modulabili di sostegno fiscale ed economico”.