La necessità di ridurre la plastica nell’edilizia ha portato alla sperimentazione di un isolante in lolla di riso e materiali riciclati
(Rinnovabili.it) – Rimpiazzare la plastica utilizzata nel settore edile è una sfida ancora troppo poco esplorata. Ma si tratta di un problema urgente, visto che è il secondo per consumo di polimeri. Per questo un team di ricercatori panamensi ha sperimentato un isolante in lolla di riso e giornali riciclati che presenta ottime proprietà. Il loro lavoro, pubblicato su Frontiers in Built Environment, mostra che materiali da costruzione realizzati con rifiuti agroindustriali possono essere interessanti e performanti.
Il gruppo, affiliato all’Universidad Tecnológica de Panamá, ha valutato le proprietà termiche e meccaniche del materiale isolante in lolla di riso e giornali. Il risultato è che presenta una conduttività termica competitiva rispetto a molti materiali isolanti naturali e riciclati.
Nelle zone rurali dl paese, la lolla di riso è considerata un rifiuto, normalmente smaltito in discarica o incenerito. In questa applicazione, invece, le bucce vengono triturate, poi si aggiunge cellulosa da carta di giornale riciclata e triturata. All’impasto è poi unito del tetraborato di sodio (la borace) per conferire resistenza ai funghi e proprietà ignifughe. Il tutto è tenuto insieme da una colla.
I ricercatori hanno testato il composto in diverse percentuali dei suoi elementi costitutivi, per verificare il comportamento del materiale quando veniva utilizzata più o meno lolla di riso. Mantenendo un 15% di borace e il 62% di colla, hanno variato le quantità di giornali e residuo agricolo. Nelle prove effettuate, la conduttività termica variava tra 0,0409-0,04607 watt per metro Kelvin (W/mK). Altri materiali isolanti naturali e riciclati presentano valori compresi tra 0,027 e 0,1 W/m/K. Più basso è il numero, migliore è l’isolamento, pertanto l’isolante in lolla di riso e giornali si è rivelato una soluzione incoraggiante.
La resistenza alla trazione variava invece da 1,31 a 1,76 megapascal (MPa), un valore paragonabile ai materiali a base di cartone, cemento e sabbia. Infine, la resistenza alla compressione oscillava tra 20,19 e 21,23 MPa. Nel complesso, andranno svolte ulteriori prove per osservare il comportamento dell’isolante in condizioni climatiche diverse da quelle di Panama, ma le premesse sono decisamente buone.