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Insieme per il Mar Mediterraneo, i rifiuti marini diventano energia

Il progetto “Insieme per il Mar Mediterraneo” unisce Tezenis, un famoso marchio del gruppo Calzedonia, con l’associazione ambientalista Marevivo. Obiettivo: recuperare 10mila kg di rifiuti di plastica per produrre energia

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di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Recuperare 10mila kg di rifiuti di plastica per produrre energia. È l’obiettivo del progetto “Insieme per il Mar Mediterraneo” che unisce Tezenis, un famoso marchio del gruppo Calzedonia, con l’associazione ambientalista Marevivo.

Pesci, uccelli, tartarughe, mammiferi marini – parliamo di ben 134 specie – sono messi in pericolo dalla presenza della plastica: ingerirla può causare loro un blocco dei tratti gastrointestinali, danni fisici e meccanici agli apparati respiratori e di locomozione. Un danno alla fauna ittica che altera l’equilibrio naturale del mare; il Mediterraneo è un mare “chiuso”, particolarmente vulnerabile agli effetti dell’inquinamento da plastica. Tracce di microplastiche sono state trovate perfino nel sale da cucina e nel plancton, alla base della catena alimentare degli animali marini. 

Un percorso di economia circolare

Grazie ai battelli ecologici “Pelikan” di Garbage Group ingaggiati da Tezenis e Marevivo sarà possibile pattugliare i porti, le coste e le foci dei fiumi per recuperare i rifiuti di plastica. Questo progetto risparmierà al Mediterraneo il corrispettivo di 1 milione di bottiglie di plastica ripulendo circa 240 milioni di metri quadri di mare. Esprime grande soddisfazione Paolo Baldoni, CEO di Garbage Group: «Questa iniziativa coniuga il nostro “Sistema Pelikan” con associazionismo, ricerca e altre aziende private in filiera una sinergia vincente tanto dal punto di vista del risultato operativo raggiunto che da quella della sensibilizzazione sul tema della tutela ambientale».

Il progetto “Insieme per il Mar Mediterraneo” nato dalla partnership fra Tezenis e Marevivo, dopo il recupero della plastica, prevede di sperimentare un percorso di economia circolare. L’attività prevede la conversione di parte dei rifiuti plastici recuperati in energia elettrica e calore grazie al dispositivo Green Plasma di IRIS: come spiega Manuel Lai, amministratore delegato di IRIS, «dopo anni di ricerca e sviluppo siamo arrivati a una soluzione sicura, efficiente e compatta che trasforma i rifiuti in risorsa. Ora abbiamo una sfida ancora più grande da affrontare: utilizzare il nostro sistema brevettato Green Plasma per sviluppare progetti di economia circolare, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un mondo senza rifiuti, unendo mitigazione e prevenzione in un unico innovativo servizio per le comunità costiere e tutti i contesti isolati che hanno la necessità di essere autosufficienti».

Green Plasma utilizza una tecnologia di conversione termochimica che può raggiungere la temperatura di 5mila gradi e permette di trasformare in gas qualsiasi composto organico separandolo dalla matrice inorganica. Questo processo permette di convertire il gas in energia elettrica e calore, un trattamento che avviene in assenza di ossigeno, senza combustione: i rifiuti non bruciano e non producono ceneri né emissioni nocive. È quindi possibile trasformare un rifiuto come la plastica in una risorsa senza alcun impatto per l’ambiente. «La tecnologia pirolitica verrà applicata alle plastiche raccolte dal mare senza trattamenti di pulizia, evitando dunque possibili costi di pretrattamento necessari per molte altre soluzioni, combinando le attività di pulizia, recupero e valorizzazione ambientale senza generare rifiuti, ma anzi trasformandoli in una risorsa per il recupero energetico», ha dichiarato Raffaella Giugni, responsabile Relazioni istituzionali di Marevivo.

“Insieme per il Mar Mediterraneo” prevede anche una fase di studio e di analisi, utili a sviluppare ulteriori ricerche. Il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (DiSVA) dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona) si occuperà della caratterizzazione chimica dei rifiuti raccolti in mare e studierà la loro capacità di concentrare e trasportare contaminanti, nonché gli impatti sugli organismi e sulla rete trofica. Molto interessante, inoltre, lo studio del valore energetico delle diverse plastiche: sarà possibile definire il valore energetico di un’intera spiaggia e determinare un nuovo indicatore per i modelli di sostenibilità delle azioni di recupero ambientale. «Plastiche e microplastiche sono ingerite dagli organismi, possono rilasciare sostanze tossiche e avere effetti subdoli, spesso difficili da diagnosticare. La ricerca sta facendo passi enormi nella conoscenza di questo fenomeno ma è importante anche creare sinergie e approcci multidisciplinari che possano portare a soluzioni concrete e obiettivi misurabili» ha dichiarato Francesco Regoli, direttore del DiSVA. «I risultati complessivi e soprattutto l’interazione tra ricerca, formazione, innovazione tecnologica e mondo produttivo porranno le basi per un nuovo modello di gestione dell’inquinamento da plastiche in mare».

Il Ministero della Transizione Ecologica ha installato sulla facciata un “climate clock” per sensibilizzare le coscienze dei cittadini sui danni dei cambiamenti climatici. L’orologio del clima indica il conto alla rovescia del tempo che ci rimane per agire: mancano 6 anni e 7 mesi al punto di non ritorno. Non c’è molto tempo, sta a noi invertire la direzione e spostare le lancette verso la transizione ecologica. Tezenis e Marevivo hanno fatto un passo concreto per il Mediterraneo, sicuramente un esempio da seguire. Pensiamo a cosa possiamo fare anche noi.