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L’industria cartaria più ambiziosa degli stati sul riciclo

Entro il 2020, le associazioni degli industriali nel settore della carta ritengono possibile un obiettivo del 74% di riciclo. Gli stati membri fermi al 70%

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(Rinnovabili.it) – L’industria cartaria europea è più ambiziosa degli stati membri. Entro il 2020, infatti ritiene possibile un obiettivo del 74% di riciclo, molto vicino a quello fissato dalla Commissione Europea nel suo pacchetto per l’economia circolare, che prevede il 75% del riciclo ma entro il 2025. Con buon anticipo sulla tabella di marcia, dunque, l’industria della carta nel vecchio continente potrebbe raggiungere i target.

Ma servono misure stringenti per evitare sprechi e disfunzioni nella filiera, smettere di bruciare negli inceneritori un rifiuto riciclabile e di esportarli fuori dai nostri confini per arricchire le industrie estere. Solo così, sostengono, potrà aumentare anche il flusso di rifiuti di carta che vengono avviati a riciclo. Secondo gli industriali, serve innanzitutto un divieto di conferimento in discarica per la carta, mentre gli stati membri dovrebbero utilizzare un unico metodo condiviso per il calcolo dei volumi. Al momento, la Commissione Europea sta lasciando la scelta fra due.

 

Le richieste sono contenute in una dichiarazione firmata da una serie di associazioni che compongono l’European Paper Recycling Council (EPRC), tra cui la Confederazione delle industrie cartarie europee (CEPI). Nel testo, i gruppi chiedono all’esecutivo comunitario di promuovere la raccolta differenziata della carta e varare «restrizioni forti» per l’incenerimento dei rifiuti indifferenziati. La Commissione dovrebbe anche cercare di fermare il commercio di grandi volumi di carta esportati per essere riciclati in paesi extra-UE, come la Cina.

L’obiettivo del 74%, comunque, è appena più ambizioso del tasso di riciclo già registrato nel 2015 dalla Confederazione. I dati di allora si attestano infatti al  71,5%. Tuttavia, dal momento che la Commissione ha fissato al 2025 un obiettivo del 75% per gli imballaggi in carta, la CEPI se la prende comoda. Nessuno le fa pressioni, dal momento che anche gli stati membri avevano pensato a target più blandi, pari al 70%.