Erion accende un faro sulla scarsa raccolta dei rifiuti tessili nel nostro paese e sulla necessità di investire in economia circolare
Dal 1 gennaio 2025 scatta l’obbligo di raccolta dei rifiuti tessili nei paesi membri dell’UE
In Europa, siamo tra i paesi dove la raccolta dei rifiuti tessili è più bassa, ma anche tra quelli che ne producono di più. A fronte dei 2,7 kg per abitante raccolti all’anno, in Italia se ne mettono sul mercato 23 kg. Abbigliamento, calzature e tessuti per la casa sono quindi elementi che spingono il nostro paese ai margini dell’economia circolare nel settore. Questa discrepanza, secondo il consorzio Erion Textiles, evidenzia la necessità di migliorare la gestione. Soprattutto in vista dell’obbligo di raccolta differenziata a partire dal 1° gennaio 2025.
Solo l’1% dei rifiuti tessili viene riciclato a livello globale, nonostante il settore sia responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra.
Luca Campadello è Strategic Development & Innovation Manager di Erion. In una nota, ha sottolineato l’importanza di un’azione sinergica tra istituzioni e produttori. La ritiene “necessaria per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita”. I requisiti, spiega Campadello, vanno discussi con il MASE e Il MIMIT, “allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei produttori”.
“A seguito del trilogo”, aggiunge, “riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa, è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al governo quello che sarà il sistema del futuro arrivando a regole condivise”.
Gli eco-contributi rappresentano un altro elemento chiave per il finanziamento della raccolta dei rifiuti tessili, con simulazioni in corso per definire i costi che i produttori dovranno sostenere. La normativa europea mira a responsabilizzare i produttori lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, promuovendo una modulazione degli eco-contributi per incentivare la progettazione di prodotti più durabili e riciclabili.
Tuttavia, Erion segnala che in Italia manca ancora una governance forte per il settore. In particolare, chiede investimenti in ricerca e trasparenza nella tracciabilità dei rifiuti.