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In Italia cresce il riciclo delle pavimentazioni stradali

L’utilizzo del fresato d’asfalto sta migliorando il tasso di riciclo delle pavimentazioni stradali nel nostro paese. Ma il modello sono gli USA

riciclo delle pavimentazioni stradali
Foto di Leroy Evans su Unsplash

Le statistiche di SITEB sul riciclo delle pavimentazioni stradali delineano uno scenario positivo

(Rinnovabili.it) L’impiego del fresato d’asfalto sta contribuendo in modo significativo alla crescita delle attività di riciclo delle pavimentazioni stradali in Italia, consolidando un tasso di recupero del 60%. Nel corso dell’anno scorso, grazie a queste pratiche, è stato evitato l’uso di 10 milioni di tonnellate di inerti e oltre 420 mila tonnellate di bitume. 

L’Italia, secondo un’analisi condotta dalla SITEB (Associazione Strade Italiane e Bitumi), sta riducendo il gap rispetto ad altri paesi europei. Ad oggi, la classifica però ci vede ancora distanti da Germania (85% di riciclo di fresato) e Francia (77%). Siamo invece piuttosto vicini alla Spagna (61%). La media europea si attesta intorno al 68% di recupero del fresato, mentre gli Stati Uniti sono ben più avanti, con un 95% di riciclo.

Il fresato d’asfalto si ottiene dalla rimozione delle pavimentazioni stradali e costituisce un materiale chiave nel rendere più circolare il settore. Secondo le statistiche della SITEB, le pavimentazioni stradali oggi in Italia contengono in media il 30% di fresato. Nel 2014 eravamo al 20% del 2014 e nel 2018 al 25%.

Solo vantaggi da un aumento del riciclo

L’associazione ha provato anche a delineare scenari futuri, per dare una prospettiva di crescita del settore e dei vantaggi connessi. Con un aumento ipotetico dell’impiego del fresato dal 30% al 50% del conglomerato bituminoso prodotto nel nostro paese, si potrebbe raggiungere un risparmio stimato di 17,5 milioni di tonnellate per gli inerti e 700 mila tonnellate per il bitume. Una simile crescita corrisponderebbe a un valore economico di 735 milioni di euro solo per il conglomerato. SITEB lo considera “un potenziale significativo per l’Italia, storicamente carente di materie prime”. 

Lo scorso anno l’associazione aveva espresso preoccupazione per il decreto End of Waste, che avrebbe avuto impatti sulla quantità di materiale disponibile per il riciclo delle pavimentazioni stradali.