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Le importazioni di plastica riciclata a basso costo uccidono il riciclo in Europa

importazioni di plastica riciclata

Foto di Toni Cuenca su Unsplash

importazioni plastica riciclata
Foto di Toni Cuenca su Unsplash

La richiesta delle imprese è di mettere in piedi una seria tracciabilità delle importazioni di plastica riciclata

(Rinnovabili.it) – Va bene imporre alti standard di riciclo della plastica in Europa. Ma occorre che ci sia la tanto invocata reciprocità. C’è il rischio, infatti, di una concorrenza sleale da parte delle importazioni di plastica riciclata, o etichettata come riciclata in maniera fraudolenta. L’allarme viene dalla Confederazione europea delle industrie del riciclo (EuRIC), organizzazione ombrello con sede a Bruxelles. Il gruppo sottolinea l’urgente necessità di adottare misure per proteggere l’industria europea del riciclo dalla concorrenza sleale.

EuRIC evidenzia che, sia in Nord America che in Europa, si è registrata una tendenza all’importazione di plastica con contenuto riciclato dall’Asia. Sottolinea quindi l’importanza di implementare un solido sistema di tracciabilità, verificato da una terza parte indipendente, per garantire che la plastica etichettata come riciclata passi attraverso processi a quelli in vigore nell’UE.

Gli obiettivi riguardanti il contenuto riciclato degli imballaggi in plastica hanno svolto un ruolo chiave nel promuovere la domanda di materia prima seconda in Europa negli ultimi anni, afferma l’organizzazione. Hanno anche incoraggiato gli investimenti nelle nuove strutture per soddisfare la domanda interna.

Tuttavia, EuRIC segnala un “aumento incontrollato delle importazioni di plastica a basso costo, sia vergine che plastica etichettata come riciclata” a partire dall’anno scorso. Questa situazione starebbe danneggiando gravemente l’industria del riciclo della plastica in Europa. La maggior parte della plastica importata viene dal continente asiatico, denunciano i riciclatori europei.

A causa di queste importazioni, il prezzo delle resine con contenuto riciclato in Europa è notevolmente diminuito. Nel 2023 è crollato del 50% e quest’anno non sta dando segni di ripresa. L’impatto si sente sulle aziende europee di riciclo della plastica che hanno investito significativamente per raggiungere gli obiettivi di circolarità e che ora operano ben al di sotto della loro capacità produttiva, dichiara EuRIC. In conseguenza, sarebbero aumentati i licenziamenti.

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