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Corepla: nuovo record nella differenziata degli imballaggi in plastica

Lo scorso anno sono state raccolte oltre 1.370.000 le tonnellate di rifiuti plastici, il 13% in più rispetto al 2018. Ciotti: "Un risultato mai raggiunto prima”

imballaggi in plastica
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Il servizio di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica è ormai capillare in tutta Italia

(Rinnovabili.it) – In Italia la gestione dei rifiuti degli imballaggi in plastica cresce e si rafforza, mostrando una buona resilienza (ma non priva di difficoltà) anche nell’attuale momento di crisi. A riferirlo il consorzio nazionale Corepla che in questi giorni ha presentato il suo report annuale sulla filiera.

Corepla non gestisce la raccolta differenziata del packaging in plastica, ma assicura il corretto avvio a riciclo di quanto conferito, riconoscendo ai Comuni dei corrispettivi a copertura dei maggiori costi sostenuti per il servizio di differenziata. E nel report fornisce un puntuale sguardo a quella che è la realtà italiana sul fronte degli imballaggi in plastica.

Si scopre così che lo scorso anno la raccolta di questo rifiuto è aumentata del 13% rispetto al 2018, per un totale di oltre 1,3 tonnellate di plastica. Una cifra record che porta l’Italia ad un dato procapite medio annuo di 22,8 kg. “Un risultato mai raggiunto prima – ha dichiarato il Presidente di Corepla Antonello Ciotti –  per gli oltre 7.000 Comuni che hanno avviato il servizio di raccolta. Con una media di circa 23 kg /abitante anno di raccolta differenziata il sistema italiano del riciclo degli imballaggi in plastica è tra i primi in Europa”.

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Delle oltre 1,3 tonnellate, circa 617mila – prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana – sono state riciclate. 445.812 tonnellate sono state, invece, utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili in cementifici e termovalorizzatori.

Altro dato interessante, nel 2019 il corrispettivo riconosciuto dal Consorzio ai Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha raggiunto i 400 milioni di euro. Di questi, 185 milioni sono stati destinati agli impianti di selezione che dividono gli imballaggi per tipo di polimero e colore, in maniera da facilitare il riciclo.

Siamo certi che lavorando così assiduamente nell’attività di sensibilizzazione di tutti gli attori e nello sviluppo di nuove tecnologie – continua Ciotti – riusciremo a vincere la sfida dell’economia circolare, e saremo pronti a contribuire al raggiungimento degli ‘sfidanti’ obiettivi che l’Unione Eropea pone per il 2025 per il nostro Paese”.

Il consorzio ha anche anticipato alcuni dati riguardanti i primi mesi del 2020 e di conseguenza gli effetti del lockdown sulla filiera nazionale. La fotografia registra un incremento dell’8% dei quantitativi di rifiuti di imballaggio in plastica gestiti da Corepla nel bimestre marzo-aprile 2020 (in rapporto allo stesso periodo del 2019), nonostante un contemporaneo calo dei consumi e dei rifiuti urbani prodotti. Il motivo? Durante la quarantena i consumatori hanno privilegiato l’acquisto di generi alimentari imballati, incrementato gli acquisiti online e del cibo da asporto.

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Nello stesso periodo, tuttavia, il settore ha dovuto fare i conti con la chiusura delle attività commerciali e produttive, in parallelo con il brusco arresto dell’export dei rifiuti urbani. In 7 settimane di lockdown è stata bloccata l’esportazione di oltre 16.000 tonnellate di rifiuti urbani. In più, lo stallo quasi totale del settore delle costruzioni ha fortemente ridotto l’utilizzo della porzione di imballaggi non riciclabili meccanicamente (Plasmix) come combustibile nei cementifici. Tale settore rappresenta il 75% circa dell’utilizzo del Plasmix.

Questi eventi, uniti alla saturazione della capacità disponibile negli impianti nazionali nel secondo bimestre 2020, hanno provocato da una parte l’aumento della quota di rifiuti di imballaggio destinata a riciclo in impianti esteri (+27%, ovvero 3mila tonnellate) e dall’altra, la crescita della percentuale conferita a termovalorizzazione. La chiusura di alcune settori operativi utilizzatori di materie prime seconde, le forti difficoltà nella movimentazione delle merci e la ridotta capacita disponibile negli impianti di termovalorizzazione hanno spinto, come ultima ratio, anche alla crescita del conferimento in discarica (circa 42mila tonnellate in più rispetto all’anno precedente).