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Il riciclo delle navi è fermo al palo per colpa dei pirati

Negli ultimi due anni diversi fattori hanno rallentato molto il riciclo delle navi. Non ultimi gli attacchi dei pirati Houthi nel Mar Rosso

riciclo delle navi
Foto di Ümit Yıldırım su Unsplash

Per il nono trimestre i dati sul riciclo delle navi registrano meno di 3 milioni di tonnellate

(Rinnovabili.it) – In questi ultimi due anni, il riciclo delle navi ha raggiunto il livello più basso che si è visto nell’arco di due decenni. Il dato è stato diffuso dalla BIMCO, la più grande organizzazione mondiale di armatori, noleggiatori, broker e agenti marittimi. Secondo l’organizzazione, appena 2 milioni di tonnellate sono state riciclate nel primo trimestre del 2024. In pratica, è il nono trimestre consecutivo in cui si registrano livelli inferiori a 3 milioni di tonnellate. L’ultimo periodo con cifre così basse risale alla crisi finanziaria del 2008.

Per quanto riguarda la portata lorda, 2,5 milioni di tonnellate sono state vendute per il riciclo al 22 marzo, in linea con i bassi livelli osservati nel 2022-23. Il 31% della flotta mercantile globale ha oltre 15 anni, cosa che farebbe pensare a un imminente aumento dei volumi da rottamare.

Riciclo fermo, ma solo per la contingenza

Invece, ci sono un numero crescente di cantieri di demolizione in stato di stallo. La domanda di navi nel frattempo è aumentata a causa della situazione nel Mar Rosso. Servono più imbarcazioni per evitare il rischio di perdere la flotta in seguito agli attacchi Houthi, il che può essere alla base del prolungamento dell’attività delle navi più vecchie.

Ci sono però cause di altra natura che stentano ad attenuarsi. Le sanzioni russe sul petrolio e il carbone, insieme alla pandemia, hanno influenzato il settore marittimo, riducendo ulteriormente i livelli di riciclo. Nonostante questa fase di bonaccia, BIMCO prevede una ripresa del riciclo nei prossimi anni. Le sue previsioni che indicano che le navi riciclate tra il 2023 e il 2033 saranno il doppio rispetto agli ultimi 10 anni. Il prolungamento delle rotte, necessario ad aggirare il problema del Mar Rosso, potrebbe essere un driver dell’aumento del riciclo una volta che la situazione si risolverà.

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