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Il riciclo delle macerie non è sufficiente per decarbonizzare il settore edile

Nuove strategie sono necessarie per ridurre le emissioni dell’industria delle costruzioni e il riciclo delle macerie non è sufficiente

riciclo delle macerie
Foto di Marek Studzinski su Unsplash

Anche se il riciclo delle macerie è una pratica virtuosa, la decostruzione degli edifici sarebbe migliore

In Italia è descritto come uno dei settori più virtuosi. Nell’ultimo rapporto ISPRA il riciclo delle macerie – più precisamente dei materiali da costruzione – registra buone percentuali. Tuttavia, la maggior parte del recupero di materia avviene tramite downcycling, che degrada la qualità dei materiali.

Il downcycling trasforma materiali di alta qualità in prodotti di qualità inferiore, impedendo il loro uso futuro nella forma originale. Questo approccio, secondo un articolo di approfondimento pubblicato su The Conversation, non è sostenibile. Il motivo è semplice: aumenta la domanda di risorse naturali. L’alternativa è sempre quella: riutilizzare, riparare o riadattare materiali esistenti. Ma per farlo, occorre “smontare” gli edifici con cura per mantenere i materiali al massimo valore possibile.

La demolizione spesso compromette la qualità dei materiali, spingendo infissi, vetri e mattoni riutilizzabili verso la discarica. L’esempio fatto dalle autrici dell’articolo – due ricercatrici dell’Università di Lancaster, è che una trave strutturale può essere reinstallata in un altro edificio, mentre i mattoni di argilla possono essere riutilizzati anziché frantumati. Il downcycling consuma energia e risorse, aumentando il carbonio incorporato nei progetti di costruzione. Priorizzare il riutilizzo può ridurre significativamente l’impronta di carbonio del settore.

Entro il 2050, l’80% degli edifici esistenti dovrà essere ristrutturato per migliorare l’efficienza energetica, preservando il maggior numero possibile di materiali utili. La decostruzione, si adotta già in diversi paesi, come Francia, Olanda, Canada e Stati Uniti. Servono leggi e incentivi per favorire questo approccio. Il problema principale, segnalano le ricercatrici, è che i rifiuti sono materiali senza identità. Attribuire un’identità ai materiali edili attraverso un “passaporto dei materiali” consente di documentarne le caratteristiche e facilitarne il riutilizzo. Questo sistema eviterebbe che materiali preziosi venissero persi o sprecati, prolungando la loro durata e impedendone lo smaltimento.

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