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Il limone migliora il recupero di materie prime critiche dalle batterie al litio

Con acido citrico organico e glicole etilenico il recupero di materie prime critiche dalle batterie è ancora più efficiente ed ecologico

recupero di materie prime critiche
Foto di Tyler Lastovich su Unsplash

Scoperto di un metodo sostenibile per il recupero di materie prime critiche dagli accumulatori a fine vita

(Rinnovabili.it) – Con la montagna di batterie al litio a fine vita che aumenta costantemente, le soluzioni per il riciclo e il recupero dei materiali sono sempre più urgenti. Il processo convenzionale, però, recupera pochi materiali e utilizza sostanze chimiche pericolose. I ricercatori dell’Oak Ridge National Laboratory del Dipartimento dell’Energia statunitense hanno cercato un’alternativa. Così, sono arrivati a un metodo che migliora il recupero di materie prime critiche dalle batterie

Tutto sta nel dissolvere l’accumulatore in una soluzione liquida così da ridurre la quantità di sostanze chimiche pericolose utilizzate nel processo. I ricercatori ne parlano come di una soluzione semplice, efficiente ed ecologica

In sostanza, la batteria esaurita è immersa in una soluzione di acido citrico organico (quello che si trova negli agrumi) e glicole etilenico. Quest’ultimo è un agente antigelo comunemente utilizzato in vernici e cosmetici. L’acido citrico, dal canto suo, è molto più sicuro da maneggiare rispetto agli acidi inorganici. La soluzione permette un processo di separazione e recupero sorprendentemente efficiente dei metalli del catodo

Quest’ultimo è infatti la parte più costosa delle batterie, pari al 30% dei costi complessivi. Con la tecnica sviluppata dai ricercatori americani è stato possibile eliminare quasi il 100% del cobalto e del litio dal catodo senza introdurre impurità. Inoltre, il 96% del cobalto è stato recuperato in poche ore, senza la tipica aggiunta di ulteriori sostanze chimiche.

In pratica, gli scienziati hanno trovato per la prima volta un modo per svolgere allo stesso tempo le funzioni di lisciviazione e di recupero. Nemmeno i ricercatori, infatti, si aspettavano una precipitazione del cobalto in una purezza tale da poterlo recuperare facilmente.

In definitiva, il processo è più rapido, più pulito e più efficiente di quelli attualmente utilizzati. Il gruppo dell’Oak Ridge National Lab è quindi fiducioso che troverà la sua via verso la commercializzazione.