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Il governo USA investe nel riciclaggio chimico della plastica

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(Rinnovabili.it) – Il nuovo rapporto del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha individuato la strada che, secondo i tecnici, porterà a migliorare il ciclo di vita della plastica: gli annunciati investimenti nel riciclaggio chimico rispondono a quella che, secondo il dipartimento, è un’opportunità di ricerca e sviluppo di tecnologie ambientalmente sostenibili e meno energivore. 

L’obiettivo? Migliorare le tecnologie di riciclaggio chimico della plastica attualmente esistenti e inventare metodi e strumenti che limitino il consumo di energia, prevenendo, al contempo, l’inquinamento. 

Il tutto, specifica il documento, senza mai dimenticare la giustizia ambientale. 

I prossimi saranno anni in cui, nonostante le raccomandazioni internazionali e le evidenze scientifiche, la domanda di plastica continuerà a crescere: questo vuol dire non solo impatti ambientali ma anche alta intensità energetica dei processi produttivi: il 2% dell’energia totale che viene consumata negli USA è dedicato alle materie plastiche, la cui produzione globale genera il 3,8% delle emissioni. 

La soluzione, secondo il DOE è trovare un modo per rendere sempre più virtuoso il ciclo vitale di questa materia: migliorare il riciclaggio chimico da un lato, sviluppare “nuove classi di plastica  riciclabili e adattabili a partire dalla progettazione”, gestendo il fine vita del 90% di materie prodotte e dimez la quantità di energia necessaria a farlo. 

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Il Dipartimento per l’Energia, nel suo aggiornamento alla  Plastics Innovation Challenge, l’iniziativa del 2019 per abbassare i costi del riciclaggio senza aumentare gli impatti ambientali, continua a puntare sulla gestione dell’esistente e – protestano gli ambientalisti – a non guardare a soluzioni più radicali che portino all’eliminazione totale della plastica. Plaudono invece all’iniziativa  l’American Chemistry Council e PLASTICS, convinti con il dipartimento che il riciclaggio chimico della plastica sia l’ambito più importante della ricerca nei prossimi anni. 

Riciclaggio che, come enunciato del documento, può veder migliorare i numerosi metodi già esistenti come la gassificazione, la pirolisi, la depolimerizzazione e le strategie basate sui solventi, ma anche guardare a nuove frontiere come il riciclaggio enzimatico o la creazione di nuove materie plastiche a base biologica, prestando sempre più attenzione all’ecodesign e a strategie meccaniche che riducano la generazione di microplastiche.

Le strategie di “decomposizione chimica”, spiega il Dipartimento, risolvono un problema – quello della plastica – ma spesso ne generano di ulteriori, come la contaminazione delle materie prime, la gestione della loro disponibilità, il pre-trattamento o le operazioni di smistamento. Il riciclaggio chimico della plastica non può quindi essere una soluzione sufficiente: il rapporto suggerisce di approfondire l’analisi del ciclo di vita di ogni tecnologia per verificarne i vantaggi ambientali a lungo termine.

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