Rinnovabili

Il governo americano lancia una nuova tecnologia per il riciclo dell’alluminio

riciclo dell'alluminio
Foto di Alistair MacRobert su Unsplash

Il nuovo processo di riciclo dell’alluminio elimina i problemi di impurità nella materia prima seconda

(Rinnovabili.it) – Con una tecnologia da poco brevettata, il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti promette di rivoluzionare il riciclo dell’alluminio.

Si chiama Shear Assisted Processing and Extrusion Process (ShAPE). Consente di trasformare il 100% dei rottami di alluminio in estrusioni adatte per l’edilizia. Il processo riduce notevolmente l’energia necessaria rispetto alla produzione tradizionale di alluminio. La tecnologia utilizza infatti il calore generato dal taglio dei rottami per polverizzare impurità e distribuirle in maniera uniforme nella microstruttura dell’alluminio. Questa dispersione elimina piccoli grumi di ferro che possono causare microfratture nei prodotti di alluminio riciclato. Ne consegue anche un risparmio energetico, perché si elimina la necessità di diluire le impurità presenti nei rottami di alluminio mescolandolo con materia prima di nuova estrazione prima della lavorazione.

This recycling technology transforms scrap aluminum into high-strength building materials and more

Scoperta la tecnologia, il DOE ha stretto un accordo con un imprenditore del settore tecnologico, Eric Donsky. Questi ha fondato una startup chiamata Atomic13, tramite cui intende scalare il processo ShAPE in strutture manifatturiere integrate verticalmente per riciclare rottami di alluminio. La startup commercializzerà la tecnologia, per fornire parti estruse personalizzate all’industria delle costruzioni e dei beni di consumo. L’approccio potrebbe essere particolarmente attraente per i costruttori che cercano di soddisfare gli standard di efficienza energetica.

Atomic13 è attualmente nella fase di progettazione della sua prima linea di produzione commerciale. I primi ordini saranno aperti entro il 2025

“Circa il 55% del mercato globale dell’estrusione di alluminio oggi serve il settore dell’edilizia e delle costruzioni”, ha detto il capo scienziato del PNNL Scott Whalen, che ha guidato il progetto. “ShAPE rappresenta quindi un’enorme opportunità per decarbonizzare l’ambiente costruito. Stiamo scoprendo che le microstrutture all’interno del metallo sono più tolleranti alle impurità di quanto si pensasse in precedenza. Ciò ci consente di penetrare ancora più profondamente nel mercato dei rottami di alluminio mantenendo inalterate le prestazioni del materiale”.

Exit mobile version