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Ideato un processo per riciclare lenzuola di cotone in viscosa ecologica

riciclare lenzuola di cotone

Foto di Megan Lee su Unsplash

riciclare lenzuola di cotone
Foto di Megan Lee su Unsplash

Un team dell’Università di Lund ha scoperto come riciclare lenzuola di cotone usurate

(Rinnovabili.it) – I ricercatori dell’Università di Lund in Svezia hanno sviluppato una tecnica rivoluzionaria per riciclare lenzuola di cotone e trasformarle in viscosa per nuove applicazioni. Il loro approccio, pubblicato sulla rivista Cellulose, va incontro alla necessità di produrre tessuti riciclati in tempi di fast fashion. Ad oggi, i tessuti in viscosa sono derivati dalla biomassa forestale e il riciclo completo di questo materiale non è ancora una realtà. Il risultato è che gran parte del tessile a fine vita, in tutto il mondo, spesso finisce in discarica o negli inceneritori, con relativi problemi ambientali. La nuova tecnica offre invece una soluzione sostenibile riutilizzando lenzuola di cotone usurate e riducendo la dipendenza dalle preziose risorse forestali.

Il team è però riuscito a superare le sfide legate alla complessità delle catene di cellulosa nelle fibre vegetali e al trattamento intensivo dei tessuti di cotone con coloranti e sostanze chimiche. Il metodo sperimentato prevede il distacco e la conversione delle complesse fibre di cotone in fibre di viscosa, un componente comune in capi d’abbigliamento come camicette, gonne e vestiti.

Come riciclare le lenzuola e ottenere la viscosa

Il processo prevede l’immersione dei tessuti in una soluzione di cloruro di zinco, trasformandoli in una massa appiccicosa entro un’ora. L’aggiunta di acqua porta alla precipitazione di una “polpa solubile”, una massa bianca soffice che può sostituire la polpa di legno nel processo attuale di produzione di viscosa. Questa polpa viene quindi trattata con sostanze chimiche, tra cui una quantità ridotta di disolfuro di carbonio, rendendola solubile in idrossido di sodio. La polpa sciolta viene infine filata e tagliata in fibre di viscosa.
I ricercatori pianificano di stabilire un impianto pilota in Europa nei prossimi anni per sviluppare ulteriormente ed ottimizzare il processo. I vantaggi includono la semplicità dell’uso di una soluzione di cloruro di zinco, che si dissolve in acqua, e il minore bisogno di una sostanza tossica come il disolfuro di carbonio rispetto ai processi standard.

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