Se è un bene che la plastica importata passi per processi di riciclo, l’impatto ambientale è comunque alto
Ogni anno, in paesi come la Malesia arrivano tonnellate di plastica importata dall’Europa ormai a fine vita, pagate pochi centesimi al chilo. Secondo l’Istituto di scienze ambientali di Leiden, che ha svolto un’analisi di questi flussi, il commercio ha senso perché una parte dei rifiuti viene trasformata in materie prime preziose, come pellet di polietilene.
L’impatto ambientale del commercio globale di plastica, tuttavia, non è trascurabile. Con un lavoro uscito su Nature Communications, i riercatori olandesi hanno offerto un quadro della situazione aggiornato.
Il team ha utilizzato la piattaforma globale Comtrade per tracciare i flussi commerciali tra il 2013 e il 2022. Durante questo periodo, il divieto della Cina sulle importazioni di plastica nel 2018 ha cambiato radicalmente il commercio. I flussi si sono spostati verso paesi come la Turchia, la Malesia e il Vietnam. Gli emendamenti alla Convenzione di Basilea del 2021 hanno poi imposto standard più rigorosi per la pulizia e la selezione dei rifiuti, riducendo gli scambi tra il Nord e il Sud del mondo.
In media, un paese deve riciclare almeno il 63% della plastica importata per rendere l’operazione economicamente sostenibile. Tuttavia, l’incenerimento e il conferimento in discarica restano pratiche comuni, con gravi impatti ambientali. Il tasso di riciclo richiesto varia molto tra i paesi, ma è generalmente ben più alto di quello previsto in precedenza. Se prima si pensava che il numero arrivasse solo al 23%, ora i calcoli dicono che si parte almeno dal 50%. I ricercatori presumono che queste percentuali siano effettivamente rispettate, altrimenti, non sarebbe redditizio pagare la materia prima. Ma ora occorre capire quale sia la percentuale di incenerimento sul totale del cosiddetto “riciclo”.
Il vero problema rimane la produzione eccessiva di plastica. Ridurre la produzione globale, affermano i ricercatori, è la chiave per fermare l’inquinamento e rendere meno necessario il commercio di rifiuti, mitigando così i danni ambientali.