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I dati 2023 sul riciclo in Italia mostrano un paese ben posizionato in Europa

riciclo in italia
Foto di Pawel Czerwinski su Unsplash

Il dossier sul riciclo in Italia è stato presentato alla Conferenza nazionale del settore

(Rinnovabili.it) – Non siamo più sul tetto d’Europa per l’economia circolare, ma restiamo pur sempre nelle zone alte della classifica. Lo racconta il nuovo rapporto intitolato “il riciclo in Italia 2023”, presentato ieri durante la Conferenza nazionale dell’industria del riciclo. Organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, l’evento è stato occasione per presentare i nuovi dati che delineano l’andamento italiano. Il tasso di riciclo dei rifiuti urbani e speciali è al 72%, come nel 2022. La media europea intanto sale al 58%.

I dati del rapporto sul riciclo in Italia

“Il rapporto – spiega la nota – evidenzia le performance di 19 filiere del riciclo, con il riciclo degli imballaggi che ha mantenuto un buon andamento e i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa”. Carta, vetro e acciaio vantano un tasso dell’81%. Il legno si attesta al 63%, oltre due volte di più rispetto ai target UE al 2030. In particolare, il 97% del materiale legnoso riciclato in Italia viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria del mobile. Anche l’alluminio ha un tasso di riciclo superiore agli obiettivi. Siamo al 74%, contro il 60% previsto dall’Europa per il 2030. La produzione italiana di alluminio, inoltre, è unicamente coperta dalla materia prima seconda. Niente male anche per i rottami ferrosi. Siamo i primi in Europa per riciclo, pari e produciamo l’85% dell’acciaio da materiale secondario. Sulla plastica invece dobbiamo ancora lavorare. Inerti da costruzione e oli usati centrano anch’essi i loro target e si candidano a settori di eccellenza nell’industria del riciclo europea.

Gli scenari più critici

Il tasso di riciclo è al 48,6%, vicino all’obiettivo europeo del 50% al 2030. Ma la raccolta delle bottiglie in PET è al 68%, lontana dal 77% previsto per fine decennio. Per quanto riguarda i RAEE, le cose vanno ancora peggio. Il tasso di riciclo si attesta al 34%, quando l’obiettivo era del 65%… nel 2019. Pile e accumulatori sono anch’essi al palo, con il 33,5%, in calo rispetto al 2021.

Cosa resta da fare

A parte tutto, però, l’Italia rimane un grande importatore di materie prime. Per questo, secondo la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, occorre continuare ad investire sul riciclo. L’intento è “recuperare  i ritardi che permangono in alcune filiere, sviluppare nuovi settori come il riciclo delle batterie e dei pannelli solari, rafforzare i mercati delle materie prime seconde”. Ridurre il consumo di materie prime è l’obiettivo da porsi con urgenza.

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