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Gomma da riciclo PFU, quanto è sicura?

Gomma da riciclo PFU, quanto è sicura?

 

(Rinnovabili.it) – Nessun rischio significativo per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata da PFU. Questo quanto rivelano due anni di studio promossi da Ecopneus sul granulo ottenuto dal riciclo degli pneumatici.

I risultati fanno chiarezza su uno degli aspetti della gomma riciclata più controversi, ossia la presenza di alcune sostanze considerate tossiche e contenute in componenti della gomma vulcanizzata (come gli IPA, Idrocarburi Policiclici Aromatici).

 

Lo studio si è sviluppato attraverso tre fasi: il campionamento dei pneumatici e l’analisi in merito al contenuto di IPA; i test di laboratorio relativi alla potenziale cessione di IPA dal granulo nero ai fluidi biologici; le prove su campi intasati con granuli nobilitati (i granuli protetti dalla tradizionale coloratura poliuretanica utilizzata in Italia, normalmente di colore verde o marrone) per verificare l’effettiva esposizione dei giocatori negli impianti sportivi con erba artificiale tipicamente installati in Italia. Il contenuto di IPA nella gomma è risultato molto limitato in tutti i campioni analizzati: la somma degli otto IPA soggetti alla restrizione 28 del Regolamento REACh è compreso tra 5 e 20 ppm (o, se si preferisce mg/kg), ossia valori da 100 a 10.000 volte inferiori al limite previsto per le miscele destinate alla vendita al pubblico.

 

“Da tutte le analisi condotte” spiega Ecopneus “sia in laboratorio, sul granulo nero, sia in campo in condizioni reali, su granulo nobilitato – è emerso un quadro rassicurante che conferma l’assenza di rischi significativi per la salute dei lavoratori e degli atleti che giocano su campi sintetici con intaso in gomma riciclata da PFU. La gomma riciclata da pneumatici contiene infatti quantità molto limitate di IPA, ben al di sotto delle soglie massime considerate di sicurezza, e queste quantità di IPA hanno comunque un grado di biodisponibilità non significativo, quasi non rilevabile. I risultati sono peraltro coerenti con le numerose pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni”.

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