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Gli scarti alimentari del pomodoro diventano nuovi ingredienti dalle qualità inaspettate

scarti alimentari
Foto di Jametlene Reskp su Unsplash

Lo studio di ENEA e Università della Tuscia sull’economia circolare degli scarti alimentari

Gli scarti alimentari hanno molteplici usi, ormai è cosa nota. Ma forse in pochi si aspettavano che si potessero impiegare in altri processi dell’industria alimentare, per arricchire altri cibi di importanti elementi nutrizionali. In pratica, quello che si scarta nella filiera può rientrare nel piatto per altre strade. Lo dimostra uno studio condotto da ENEA e Università della Tuscia, secondo cui i sottoprodotti della lavorazione del pomodoro, come bucce e semi, contengono elevate quantità di molecole bioattive benefiche. Pubblicata sulla rivista Food Chemistry, la ricerca ha confrontato le proprietà nutrizionali delle sanse di diverse varietà di pomodoro, tra cui il San Marzano, il Sun Black e la variante Colorless fruit epidermis. 

I risultati mostrano che queste sanse, che costituiscono circa il 20% del peso del pomodoro, sono ricche di antiossidanti come flavonoidi e antociani, noti per la loro capacità di prevenire malattie e rallentare l’invecchiamento. La varietà Sun Black, in particolare, ha evidenziato la presenza di una maggiore quantità di composti benefici, rendendola promettente come ingrediente per alimenti come pasta, pane e biscotti.

Dagli scarti alimentari, alimenti più nutrienti o biopesticidi naturali

“Le polveri di pomodoro da noi ottenute a partire dalle sanse mostrano importanti caratteristiche”, spiega Lara Costantini, del laboratorio di Nutrizione Cellulare e Molecolare dell’Università degli Studi della Tuscia e coordinatrice del progetto. Queste proprietà “potrebbero migliorare il profilo nutrizionale e antiossidante di molti alimenti in commercio. Al momento stiamo lavorando per analizzare la loro integrazione in diversi alimenti e la loro funzionalità in vivo tramite un trial clinico”.

Oltre ai benefici nutrizionali, lo studio ha anche esplorato l’uso degli estratti per combattere patogeni agricoli come il batterio Pseudomonas syringae e il fungo Fusarium graminearum. “I fenoli presenti nelle sanse potrebbero avere proprietà antimicrobiche e antimicotiche, aprendo la strada all’uso di biopesticidi naturali”, chiarisce Maria Sulli di ENEA.

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