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Glass Plus: quando l’innovazione diventa “eco”

In questi giorni il progetto “Glass Plus” è finalmente diventato operativo – lo ha rivelato di recente il consorzio Remedia, responsabile del rivoluzionario programma di trasformazione del vetro ricavato dal riciclo di vecchie tv a tubo catodico in piastrelle di gres porcellanato, (materiale conforme ai requisiti LEED – Leadership in Energy and Environmental Design). Questa “idea verde”, già nota a partire da ottobre 2010 (anno in cui è stata premiata con l’inserimento nel piano europeo Eco-innovation) ha sostanzialmente previsto una nuova soluzione per la riduzione degli impatti ambientali e dei consumi energetici grazie anche ad una stima prevista da Remedia che prevede, per il 2012, una raccolta di 75.000 tonnellate di TV e monitor attraverso cui si potrebbero rivestire 83.000 appartamenti con le piastrelle di ceramica “Glass Plus”.

“Il boom dei TV LCD e plasma sta segnando il declino del mercato dei televisori con tecnologia CRT” ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia – In questo modo si alimenta un flusso di ritorno considerevole di questi prodotti”. “Se l’intero quantitativo venisse utilizzato nel progetto – continua Bonato – avremmo un risparmio del 20% di materie prime rispetto all’utilizzo di piastrelle tradizionali e una riduzione delle emissioni di CO2, nelle fasi di estrazione e trasporto delle materie prime, pari all’81%.” Inoltre, il trattamento corretto del vetro dei tubi catodici delle TV, porterebbe anche ad una riduzione significativa delle polveri inquinanti in atmosfera e alla parziale sostituzione delle materie prime utilizzate tradizionalmente nel settore edilizio. “Glass Plus nasce come risposta concreta all’esigenza di smaltimento del crescente quantitativo di vetro CRT” – conclude Bonato. “Gli obiettivi che ci poniamo sono, da un lato, garantire un mercato in crescita e capace di assorbire grosse quantità di vetro CRT e, dall’altro, creare valore all’industria del riciclo dei RAEE, riutilizzando una risorsa e scongiurando il rischio della discarica”.

 

(Matteo Ludovisi)

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