Giornata Mondiale del Riciclo: in fatto di smaltimento e recupero, l’iItalia segna ottimi risultati, ma non basta. La produzione aumenta e, con essa, anche il traffico illegale verso altri paesi
(Rinnovabili.it) – Si celebra oggi, mercoledì 18 marzo, la Giornata Mondiale del Riciclo.
Istituita dalla Global Recycling Foundation nel 2018 e giunta quest’anno alla sua seconda edizione, l’iniziativa intende celebrare l’importanza del riciclaggio e sensibilizzare al contempo cittadini ed istituzioni nella tutela ambientale e nella promozione di una nuova economia circolare.
Recuperare e riutilizzare non significa soltanto evitare l’accumulo di rifiuti in discariche, ma anche ridurre sensibilmente il quantitativo di emissioni derivanti dalla produzione di nuovi materiali e, con essi, le risorse naturali disponibili sul nostro pianeta. Centrale in tal senso è il concetto di “End of Waste”, secondo cui il rifiuto è considerato una risorsa preziosa da cui ottenere nuovi prodotti.
Insistendo sul tema, la seconda Giornata Mondiale del Riciclo ci ricorda la necessità di adottare nuove politiche in fatto di produzione, smaltimento, recupero e riciclaggio dei rifiuti. Fondamentale sarà anche arginare il problema riguardante il traffico illegale, il cui impatto ambientale raggiunge in molti casi valori allarmanti.
Giornata Mondiale del Riciclo: i numeri dell’Italia
Ma in Italia, come siamo messi? Una risposta, almeno in fatto di imballaggi ce la fornisce la stima recentemente diffusa dal CONAI. Secondo il Consorzio, tra plastica, alluminio, acciaio, carta, lego e vetro, i quantitativi di rifiuti di imballaggio in Italia dovrebbero sfiorare nel 2020 la soglia delle 13,6 milioni tonnellate, di cui 11,3 milioni, cioè l’83,2% dell’immesso al consumo, recuperate e 9,7 milioni, ossia il 71,6% del totale, avviate al riciclo.
Le stime del CONAI si basano sugli altrettanto positivi risultati ottenuti nel corso del 2019. I dati parlano nel complesso di 9,5 milioni tonnellate – cioè il 71,2% del totale degli imballaggi – avviato al riciclo, per un recupero complessivo superiore all’82% dell’immesso al consumo. Nel dettaglio, sui primi dati 2019 (il consolidato arriverà a giugno), il Consorzio stima che in Italia siano state complessivamente avviate a riciclo 390.000 tonnellate di acciaio, 52.000 tonnellate di alluminio, 4 milioni e 14mila tonnellate di carta, 1 milione e 995mila tonnellate di legno, 1 milione e 79mila tonnellate di plastica e 2 milioni e 10mila tonnellate di vetro.
Numeri decisamente positivi che, oltre a segnare una crescita rispetto agli scorsi anni (nel 2018, per esempio, le percentuali di riciclo si fermavano al 69%), confermano l’impegno da parte di molte aziende e cittadini nella raccolta differenziata e nella corretta gestione dei rifiuti.
C’è però un’altra faccia della medaglia: anche la produzione di rifiuti urbani continua a crescere. Utile in tal senso il Rapporto Rifiuti urbani edizione 2019 presentato da ISPRA il 10 dicembre del 2019. I volumi da gestire sono sempre di più e, nel 2018, hanno toccato quota mezza tonnellata procapite. Stando al rapporto, si parla di circa 30,2 milioni di tonnellate: un numero in crescita netta se si considera che negli ultimi 6 anni ci si era mantenuti al di sotto delle 30 tonnellate. I valori più alti di produzione pro capite – approfondisce il rapporto – si osservano per il Centro, con 548 chilogrammi per abitante pari ad un aumento di oltre 10 kg rispetto al 2017. Valori medi al Nord con circa 517 chilogrammi per abitante – in crescita di 14 kg – e più bassi al Sud, con 449 kg per abitante ed un aumento di 7 kg.
Giornata Mondiale del Riciclo: smaltimento illegale di rifiuti in Italia
Se è vero che parte del rifiuto viene correttamente smaltita – la raccolta differenziata aumenta in tutta Italia – e, quando possibile, riciclata, c’è ancora chi arranca nella gestione territoriale. Lazio e Campania con rispettivamente 270 e 490mila tonnellate di rifiuti “esportate” ogni anno sono le regioni con il maggior “affanno”. Sul piatto c’è anche il problema dello smaltimento illegale di rifiuti in altre nazioni del mondo. Recenti inchieste di Greenpeace hanno denunciato in proposito il ritrovamento di discariche abusive in Paese come la Turchia, la Polonia e la Malesia, inquinati da rifiuti prodotti in Italia e all’estero.