La legge prevede che la garanzia finanziaria per la gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati possa essere accantonata in fondi vincolati dedicati (i “Trust”, che conserveranno in deposito l’importo versato per tutti gli anni di esercizio dei moduli). Ecco perché è importante scegliere sistemi collettivi affidabili ed efficienti come Eco-PV
Articolo pubbliredazionale
Gestione fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati: la garanzia finanziaria
(Rinnovabili.it) – L’Italia è uno dei primi Stati in Europa a scommettere in maniera importante sul fotovoltaico, dimostrando un impegno economico e politico che, in passato, ha portato anche a diversi primati. Basti pensare che nel 2015, il Belpaese è rientrato nella top 5 delle nazioni con la maggiore capacità solare installata e con la percentuale di penetrazione nella domanda più alta a livello mondiale (dati IEA). Il boom di installazioni del periodo 2010-2013, e lo slancio recuperato negli ultimi mesi grazie alle pressioni della transizione ecologica e della sicurezza energetica, ha inevitabilmente messo in evidenza il tema della gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici. Secondo un recente studio della RSE, ipotizzando una vita utile dei pannelli di 20 anni, entro il 2033 dovremo fare i conti con circa 18 GW di RAEE fotovoltaici. Pari a circa 1,44 milioni di tonnellate di moduli.
In Italia, dal 2014 la normativa segue e accompagna il fine vita dei moduli fotovoltaici, assicurando un percorso in linea con i dettami dell’economia circolare. Oggi, come per tutti i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, anche i RAEE fotovoltaici sono legati al versamento, da parte del produttore, di un contributo ambientale, e cioè di una quota a copertura dei costi attività di ritiro, trasporto, trattamento e riciclo dei rifiuti. Ciononostante, per gli oltre 80 milioni di moduli fotovoltaici incentivati in Conto Energia e installati prima del 2014 (ossia prima che il fotovoltaico entrasse nel perimetro della disciplina sui RAEE e della responsabilità estesa del produttore), non era previsto alcun contributo ambientale da parte del produttore o, laddove fosse presente, era completamente insufficiente e irrisorio (circa 1 €/modulo per impianti incentivati in IV e V Conto Energia).
Al fine di gestire in modo ottimale il fine vita di tutti i moduli fotovoltaici incentivati, il legislatore ha previsto una garanzia finanziaria che viene trattenuta dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) direttamente dagli incentivi erogati ai Soggetti Responsabili dell’impianto. Tuttavia, il D.Lgs. n. 118/2020 ha offerto loro un’alternativa, che consiste nel versare la quota direttamente nel Trust di un sistema collettivo riconosciuto.
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Cosa è il Trust e come funziona?
Il Trust (in italiano fondo fiduciario) è uno strumento finanziario che ha come caratteristica principale quella di tutelare il patrimonio in esso trasferito. La traduzione letterale è, per l’appunto, “fiducia”. Tuttavia, concettualmente il termine si avvicina di più all’idea di “affidamento” di beni da parte di un soggetto – il “disponente” – a un altro – il “Trustee” – che ne prende in carico titolarità e gestione. Nel Trusti beni vengono destinati nell’esclusivo interesse di beneficiari finali in attuazione di quanto predisposto dal disponente, e sono “segregati”, ossia diventano un patrimonio separato, su cui né i creditori del disponente, né quelli del Trustee possono avanzare pretese.
Cosa ha a che fare tutto ciò con la gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati? Semplice: i proprietari (i “Soggetti Responsabili”) di impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia, che devono gestirne il fine vita, hanno l’opportunità di evitare la trattenuta da parte del GSE della garanzia finanziaria versandola direttamente nel Trust di uno dei sistemi collettivi riconosciuti per la gestione dei RAEE dal Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Il Trust, la cui forma giuridica era già stata approvata dal GSE nel 2012 ai sensi del IV e V Conto Energia, risponde a requisiti ben precisi: deve essere impignorabile e rendicontabile, e le quote di garanzia finanziaria versate devono essere sotto il diretto controllo del Trustee. Inoltre, nei casi in cui il sistema collettivo fosse inadempiente o cessi di esistere, il Trust deve essere affidato a soggetti terzi incaricati dagli organi competenti e con modalità stabilite dalla normativa in vigore. Come stabilito a luglio 2022 dalle Istruzioni Operative del GSE, la quota di garanzia finanziaria da versare è stata fissata a 10€/modulo, a copertura dei costi amministrativi del Trust e dei servizi di ritiro, trasporto e trattamento-riciclo offerti dal sistema collettivo prescelto.
Tempistiche agli sgoccioli
Il tempo utile per poter beneficiare dei vantaggi offerti da questo strumento sta terminando. I proprietari di impianti fotovoltaici incentivati hanno infatti meno di due mesi per versare la garanzia finanziaria nel trust di un Sistema riconosciuto. Per la precisione, le installazioni (con potenza ≥10 kW) entrate in esercizio dal 2006 al 2012 e con quote in corso di trattenimento da parte del GSE (o con processo in fase di avvio) il termine ultimo per aderire è fissato il 31 dicembre 2022. La stessa scadenza riguarda anche quelle domestiche (<10 kW) entrate in esercizio dal 2005 al 2009. Se il Soggetto Responsabile non sceglierà tale opzione, il GSE continuerà (o inizierà, a seconda del caso) a trattenere la quota di garanzia finanziaria direttamente dalle tariffe incentivanti. Il proprietario, inoltre, dovrà gestire in totale autonomia, sia operativa che economica, il fine vita dei propri moduli, con tutti i rischi e responsabilità che ne conseguono in termini di normativa ambientale e dei regolamenti del GSE.
Il Trust Eco-PV come alternativa al GSE
Quale opzione scegliere per evitare la trattenuta del GSE? A chi affidarsi con sicurezza senza temere di incappare in errori burocratici o meccanismi poco chiari? Come stringere quel “patto di fiducia” senza preoccupazioni o incertezze? In risposta arriva Eco-PV, il primo sistema collettivo italiano specifico per la gestione e il riciclo di moduli fotovoltaici e idoneo all’immobilizzo nel proprio Trust sia della garanzia finanziaria versata dai proprietari di impianti incentivati, sia del contributo ambientale dovuto dai produttori di moduli.
L’importo depositato nel Trust può essere usato esclusivamente per finanziare le operazioni di ritiro, trasporto e trattamento dei moduli fotovoltaici garantiti. Si tratta a tutti gli effetti di una “cassaforte trasparente” controllata e indipendente da qualsiasi vicissitudine societaria, ma soprattutto sicura. Le quote di garanzia finanziaria depositate sono infatti sottoposte a un doppio controllo: alla figura del Trustee, la persona esterna che gestisce il trasferimento degli importi versati, si associa quella del Garante nominato da Eco-PV e che, nell’interesse del Soggetto Responsabile, verifica il regolare esercizio delle funzioni del primo. L’importo versato nel trust per ciascun modulo viene inoltre associato al numero di serie identificativo dello stesso, e viene attestato da un certificato di versamento.
Trasparenza e tracciabilità caratterizzano il quotidiano lavoro di Eco-PV che, per facilitare l’iter di adesione e di versamento, ha messo a disposizione dei Soggetti Responsabili anche un sito internet (www.trusteco-pv.com) gratuito. Accedendo alla propria area dedicata, è possibile registrare i moduli costitutivi dell’impianto e accantonare per ciascuno di essi la quota di garanzia prevista.
Eco-PV, dunque, si fa carico di ogni responsabilità operativa e burocratica sulla gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici garantiti, provvedendo anche alla compilazione della documentazione necessaria. In questo modo il Soggetto Responsabile viene esonerato da qualsiasi onere nei confronti del GSE e dal rischio di eventuali trasgressioni della normativa ambientale.