Economia circolare vs obsolescenza programmata
(Rinnovabili.it) – Quante volte nella vita sei stato costretto a cambiare computer portatile? Quanto è durata l’ultima stampante? Quanti televisori hai dovuto sostituire dopo l’abbandono del tubo catodico? L’impressione generale è che maggiori sono i progressi tecnologici, più corta diventa la vita dei prodotti. Un recente studio dell’Università di Aelen ha rivelato che si tratta ben più di un’impressione: dal 1998 a oggi la vita media di molti elettrodomestici si è praticamente dimezzata, passando da 12 appena 6 anni; 3 per quelli più economici. Molti apparecchi sono persino realizzati con componenti elettriche che non possono sopravvivere oltre il periodo di garanzia di due anni. Riparare ciò che si è rotto? Il più delle volte non è conveniente, in altri è letteralmente impossibile.
In Europa c’è chi ha deciso di mettere qualche paletto all’obsolescenza programmata, reale o percepita che sia. Parliamo della Francia che dopo averla proclamata reato nella legge del 2015 sulla transizione energetica, compie un ulteriore passo avanti. Seguendo le orme dell’Austria, Parigi sta pensando di introdurre nelle etichette dei beni di consumo un “indice durée de vie”, ossia l’indice della durata di vita. L’idea è di replicare quanto fatto con l’etichettatura energetica, introducendo una scala da 1 a 10 per i prodotti elettrici ed elettronici che dia conto di una serie di caratteristiche tra cui, appunto, la durabilità, la robustezza o la riparabilità del prodotto. Il sistema sarebbe dapprima volontario, per divenire obbligatorio dopo il 1° gennaio 2020. “Agire per estendere la vita dei prodotti è lottare contro una doppia aberrazione, ecologica ed economica” , ha commentato il Segretario di Stato Brune Poirson.
La misura è parte di quella road map per l’economia circolare che il governo francese sta attualmente definendo. Un altro degli strumenti menzionati per il nuovo programma, prevede l’applicazione di leve fiscali – come un’IVA ridotta – per incoraggiare lo sviluppo di una catena di riparazione dei prodotti. Queste soluzioni, che devono ancora essere discusse e approvate, provengono da una consultazione lanciata ad ottobre 2017 dal Segretario di Stato e confluiranno in un documento finale che il governo pubblicherà a marzo 2018.