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Quando la filiera della plastica chiude il ciclo

Si è svolto oggi a Roma il convegno di Legambiente e Corepla "L'economia circolare conviene" per affermare le opportunità economiche e sociali di un settore in evoluzione

Quando la filiera della plastica chiude il ciclo

 

(Rinnovabili.it) – Meno emissioni climalteranti e meno discariche per lasciare spazio a positive ricadute industriali, economiche e occupazionali. Quando la filiera della plastica chiude il ciclo, i benefici sono tangibili come dimostrano i 668 milioni di euro di fatturato derivante da vendita di materia prima recuperata nel 2015 o le emissioni evitate all’atmosfera. In altre parole il passaggio alla circular economy conviene a tutti.

 

Ed è partendo da questo assunto che oggi Corepla e Legambiente hanno organizzato a Roma il convegno “L’economia circolare conviene. L’industria del riciclo della plastica come vantaggio competitivo in Italia e in Europa”. L’appuntamento che ha visto la partecipazione di esperti del settore come Michel Loubry (responsabile Marine litter PlasticsEurope) e Loris Pietrelli (ricercatore Enea), è servito ad esplorare le nuove frontiere dell’economia circolare e le innovative case histories imprenditoriali nel campo del riciclo della plastica. “L’economia circolare conviene all’Italiasottolinea Antonello Ciotti presidente CoreplaPerché il nostro Paese è leader a livello mondiale nelle tecnologie di riciclo. Il contributo del settore, nella bilancia commerciale (minor importazione di materie prime, esportazione impianti e tecnologie) è di tutto rispetto e si creano posti di lavoro”. I numeri confermano la teoria: oltre la meta delle 960.000 tonnellate di imballaggi in plastica raccolte nel 2016 (+6,9% rispetto al 2015) sono state riciclate da Corepla

 

“Inoltre – prosegue Ciotti – i benefici ambientali derivati dal riciclo e dalla gestione ottimale del fine vita degli imballaggi in plastica, comportano meno emissioni e minor consumo di risorse e suolo (discariche evitate) oltre alla diminuzione del marine litter”. Secondo una ricerca elaborata da Althesys, i vantaggi per la collettività che si traducono, in dieci anni, in oltre 7 milioni di tonnellate di CO2 in meno nell’aria, in 3,3 milioni di tonnellate di imballaggi recuperati e, una sensibile riduzione del ricorso alla discarica (nel 2015 lo 0,8%).

 

Quando la filiera della plastica chiude il ciclo

 

Con l’adozione degli obiettivi Ue, l’aumento del riciclo dei rifiuti e del packaging, la riduzione e l’eliminazione delle discariche infatti, si avrebbe la massima riduzione del marine litter (-35%) e una sostanziosa riduzione dei costi, che potrebbe arrivare a 168 milioni di euro all’anno. Nello specifico, se si aumentasse nei Comuni la raccolta e dunque il riciclo dei rifiuti, ci sarebbe anche una riduzione di quelli marini del 7,4% e una riduzione dei costi di 35 milioni di euro. Questo, come spiega Ciotti, ha diretti benefici per i cittadini: “una raccolta differenziata di qualità può permettere ai Comuni la riduzione delle tariffe. Corepla nel 2016 ha riconosciuto ai Comuni 279 milioni di euro a copertura dei maggiori costi di raccolta differenziata”.

 

Ma l’economia circolare conviene all’industria. Corepla mette a disposizione delle aziende trasformatrici materie prime seconde di qualità a costi inferiori rispetto al vergine, un fattore di competitività per le imprese. “Per le aziende riciclatrici vengono inoltre selezionati 15 flussi diversi di imballaggi provenienti dalle raccolte differenziate, un record in Europa”.