Edilizia efficiente, mobilità sostenibile e riciclo dei materiali. Con queste tre grandi aree tematico-espositive si apre oggi la VI edizione di EnergyMed, la mostra convegno sulle fonti rinnovabili e l’efficienza nel Mediterraneo in programma alla Mostra d’Oltremare di Napoli fino a sabato 13 aprile. Raggiungibile quest’anno a zero emissioni grazie a Bee, il progetto di car sharing elettrico che apre l’accesso anche alle ZTL e alle isole pedonali cittadine, la Fiera darà spazio a workshop e convegni sui temi della green economy, con approfondimenti e dibattiti che vedranno coinvolti molti dei rappresentanti del settore, tra imprese, enti locali, centri di ricerca, tecnici e singoli cittadini. Si parlerà di rinnovabili, in particolare di opportunità per le imprese italiane di accedere ai mercati internazionali delle FER e di gestione intelligente del ciclo delle acque, di mobilità sostenibile, carburanti eco-compatibili ed efficienza energetica della rete, e anche di riciclo, raccolta differenziata, recupero dei materiali, rigenerazione delle batterie esauste e smaltimento di oli e grassi esausti.
Proprio in questa ultima sezione della Mostra si inserisce a pieno titolo la partecipazione di COOU, il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati che da sempre è impegnato nella divulgazione di informazioni utili al corretto smaltimento di materiali che, se non gestiti come si deve, possono rappresentare una seria minaccia per l’ambiente. “Recuperiamo l’olio usato, risparmiamo materia prima”, è lo slogan scelto dal COOU, al cui stand (padiglione 5, numero 74-77) sarà possibile conoscere il ciclo di vita dell’olio usato e approfondire le pratiche adatte alla sua corretta gestione.
“Abbiamo deciso di essere presenti a questa rassegna, una vetrina importante per tutti i soggetti che, come noi, operano nel campo del riciclo, in particolar modo dei rifiuti speciali e pericolosi”, spiega il direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del Consorzio, Antonio Mastrostefano specificando che l’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, nei mezzi agricoli, nelle automobili e nelle barche e va trattato come “rifiuto pericoloso”.
“In 29 anni di attività – prosegue Mastrostefano – il COOU ha raccolto circa 4,90 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato: se fossero state tutte disperse in mare, avrebbero inquinato 4.500.000 chilometri quadrati, l’equivalente di due volte il Mar Mediterraneo”.
I numeri del riciclo in Italia
E’ da sottolineare inoltre il ruolo chiave dell’Italia nel corretto trattamento di una sostanza altamente inquinante: il nostro paese destina l’88% dell’olio usato alla filiera della rigenerazione piazzandosi al primo posto in Europa e garantendo, attraverso questo processo, il risparmio di quasi 3 miliardi di euro sulle importazioni di petrolio del nostro Paese. “Rigenerare l’olio usato – conclude Mastrostefano – consente di ridurre le importazioni di petrolio per la creazione di nuove basi lubrificanti. Pochi sanno che in Italia il 25% degli oli lubrificanti in commercio deriva da basi lubrificanti rigenerate. Con il nostro lavoro salviamo l’ambiente e al contempo aiutiamo il Paese a risparmiare nelle importazioni di petrolio”.