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Edizero, la nuova vita sostenibile degli scarti

Si può fare industria pulita preservando il territorio, anzi valorizzandolo come nel caso di Edizero, l’azienda sarda che mette in contatto le filiere utilizzando gli scarti di produzione: i materiali da smaltire si trasformano in biomateriali non inquinanti che non generano rifiuti

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Foto di 95C da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Edizero pratica la cultura del senza: i prodotti delle sue filiere sono senza petrolio, senza veleni, senza inquinanti, senza togliere suolo e acqua, utilizzano energie rinnovabili e scarti di produzione per creare materiali che a fine vita non generano rifiuti. Nel 2019, Edizero è stata inserita nel Rapporto Italia del Riciclo di Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile tra le imprese di eccellenza green. Daniela Ducato, fondatrice di Edizero,è una «campionessa mondiale di innovazione, orgoglio della nostra Italia migliore», come la definì il Presidente Sergio Mattarella quando la nominò Cavaliere della Repubblica. È stata premiata da “Fortune” come imprenditrice più innovativa d’Italia e in Svezia come imprenditrice più innovativa d’Europa, il “New York Times” ha inserito i prodotti delle sue filiere tra le dieci innovazioni che possono salvare il Pianeta. In principio furono gli scarti di lavorazione della lana, cui seguirono il sughero, la canapa, le vinacce e le bucce di pomodoro: materiali da smaltire che si sono trasformati in biomateriali. Ascoltiamo dalla voce di Daniela Ducato la genesi di un’idea imprenditoriale sostenibile.

Quale intuizione ha portato alla nascita delle filiere Edizero e qual è stato il Suo contributo personale?

Il primo pilastro è la Essedi di Guspini, azienda storica della Sardegna leader di settore che distribuisce ben 14.000 prodotti per le costruzioni. Sono partita con questo patrimonio di conoscenza di materiali del mondo, di segreti che non si trovano su internet o nelle schede tecniche. Grazie alla Essedi posso accedere in modo diretto alle aziende di produzione, conoscere tecnologie, prodotti e mercato, le cose raccontate e quelle non raccontate. Per creare il nuovo occorre conoscere bene ciò che esiste già. Capire punti di forza e limiti dell’esistente è il punto di partenza. Le filiere Edizero nascono nel 2010 sintonizzando insieme in modo interdisciplinare industrie, mondo commerciale, distributivo, logistico e ricerca scientifica globale: si produce locale, ma il sapere è mondiale.

Il mio contributo è quello di creare ponti con il mondo dove alla base ci sono il dialogo, lo scambio delle esperienze e la condivisione delle rispettive competenze con l’obiettivo preciso di realizzare in Sardegna con industria a km corto dei prodotti fossil free, non depredatori né consumatori di risorse e con caratteristiche tecniche non inferiori ai prodotti similari, con una sostenibilità economica capace di affermarsi anche in mercati molto competitivi nel prezzo come l’edilizia. Al momento sono presenti sul mercato circa 150 prodotti delle filiere Edizero come isolanti termici acustici, moduli coibenti portanti per coperture, pitture, rasanti, malte, colle, adesivi per piastrelle, geotessili disinquinanti, biotessili igrometrici e altri materiali specifici per i settori edilizia acustica, interior design, geotecnica, agrotecnica, ingegneria ambientale, arredo, packaging.

Lei va oltre i principi dell’economia circolare. Nessuno scarto, nessun trattamento con derivati di sintesi petrolchimica, nessun rifiuto a fine vita, nessuna tossicità dei materiali, massimo rispetto per persone e ambiente. Ci racconta la storia di qualche prodotto?

Sono molto legata ai coibenti di canapa. I Canapa Tech isolanti, termici acustici igrometrici, realizzati in Sardegna con industria a km corto,come tutti i prodotti Edizero utilizzano le materie seconde provenienti da sottolavorazioni di altre aziende. Ciò è possibile grazie alla Smart Biotechnology Edizero®, ingegneria industriale ad alta innovazione capace di assemblare in modo intelligente gli scarti disomogenei e amplificare al massimo la capacità di immagazzinare elevate quantità di aria all’interno delle fibre di canapa; per tale ragione Canapa Tech vanta uno dei migliori valori di potere isolante tra i coibenti presenti sul mercato mondiale. A queste ottime caratteristiche prestazionali si aggiungono quelle ambientali. Canapa Tech è infatti l’isolante con il minor dispendio di risorse: si produce a crudo con zero acqua, zero processi termici, zero additivi, zero colle, zero termoleganti. In Italia sono i primi isolanti in canapa bio ad aver ottenuto la certificazione etica ambientale Anab Icea, garanzia di salute. Anche l’imballo è rinnovabile, organico, compostabile, plastic free e contribuisce ad azzerare i rifiuti di cantiere.

Oltre alla produzione di materassini di canapa per l’efficienza energetica in edilizia, la linea Canapa Tech Design produce imbottiture isolanti termiche destinate alle industrie di moda, calzaturiero, arredo, bedding, sistemi letto e trapunte, imballaggio antiurto, packaging termico per mantenere la catena del freddo e del caldo e feltri termici acustici igrometrici usati soprattutto da aziende produttrici di arredi acustici, tende foniche, prodotti per il benessere respiratorio e uditivo, per il benessere animale, per trapunte antiumidità, allestimenti verdi, land art e vertical garden. I Canapa Tech Design sono realizzati per soddisfare le esigenze di aziende che vogliono riconvertirsi al green in quanto vanno a sostituire gli isolanti petrolchimici inquinanti ancora presenti in diversi settori dall’edilizia all’abbigliamento, dall’arredo casa all’imballaggio.

In Edizero non si butta nulla e anche gli scarti degli scarti ritrovano vita e valore.  Nel 2020 in pieno lockdown unendo insieme gli scarti degli scarti della canapa e del sughero (ricavati dalla lavorazione degli isolanti di canapa e sughero prodotti nelle industrie Edizero)sono nati i Cork Hemp, pelle vegetale isolante di 3 mm e pelliccia vegetale isolante di 2 cm con svariati utilizzi: dall’arredo al packaging, dai tappeti ai materassini yoga, dalle testiere per letto regolatrici di umidità. Pelle vegetale e pelliccia vegetale di sughero-canapa in parte vanno a sostituire le pelli animali quindi con zero uccisione di animali; le pelli di sintesi petrolchimica e anche quelle definite vegetali attualmente nel 90% dei casi contengono quantità importanti di resine petrolchimiche, seppure non dichiarate nella comunicazione marketing.

I biotessili Salva Respiro Canapa Tech droplets assorbitori e fonoassorbitorigrazie alla loro capacità igrometrica e permeabilità al vapore, all’interno di spazi chiusi, limitano gli aerosol acquosi emessi con l’espirazione comprese le emissioni dell’alito carico di inquinanti ceduti all’ambiente con il respiro. Le goccioline emesse con la tosse, il parlare, gli starnuti o l’alito hanno distribuzioni dimensionali con diversi ordini 7, 15 16, fino a migliaia di micron. I batteri e i virus sono ampiamente diversi per dimensioni, forma, chimica superficiale e proprietà interfacciali che influenzano trasporto, adesione e permanenza nelle complesse superfici dei materiali. I Salva Respiro Canapa Tech droplets assorbitori e fonoassorbitori grazie alla loro struttura multistrato ricca di ampi cuscinetti d’aria rugosi assorbono e intrappolano all’interno delle loro fibre l’umidità circostante che vi aderisce con il suo contenuto di germi e batteri, migliorando la qualità dell’aria.

La ricchezza di camera d’aria è utile anche per assorbire e quindi limitare le riflessioni e il riverbero delle onde sonore sulle superfici che ricoprono e così migliorare la resa acustica dell’ambiente per un’atmosfera avvolgente ovattata antistress. Gli assorbitori di droplets e di suoni Canapa Tech vengono realizzati con diversi spessori e dimensioni; laddove sia necessario avere un lato assorbente e l’altro idrorepellente si utilizza il Cork Hemp prodotto sempre nelle filiere Edizero. I Canapa Tech droplets assorbitori e fono assorbitori sono prodotti con diversi metraggi e spessori per realizzare separè, distanziatori, ante per mobili, testiere per letto, tende e sedie, nidi involucri per studio e relax, per luoghi pubblici e abitazioni.

La gestione dei rifiuti è sinonimo di illegalità. Non creare rifiuti fa bene all’ambiente ma anche alla vita del territorio.

C’è grande attenzione mediatica alla gestione e al riciclo dei rifiuti, in Edizero la regola è produrre merci che a fine vita non diventino rifiuti, ovvero non devono diventare un problema per chi verrà dopo. Questo modo di produrre a rifiuti zero non alimenta la malavita organizzata che ha nei rifiuti il suo maggiore business. Quindi produrre senza generare rifiuti è il piccolo contributo delle filiere Edizero per combattere la malavita organizzata.

Le filiere di Edizero sono diverse, dal disinquinamento alla geotecnica, dall’ingegneria ambientale all’agrotecnica.  Come funziona la produzione di materiali così diversi?

I prodotti sono diversi ma uniti nella multidisciplinarità industriale che ne è l’aspetto vincente perché abbatte i costi, evita lo spreco non solo di materia ma anche di intelligenza. Poi la biotecnologia industriale e la logistica intelligente in Edizero sono accompagnate da elevata capacità distributiva dove il fulcro di tutto è la digitalizzazione delle filiere.

Oggi non si può immaginare un materiale trasformato, innovativo e privo di inquinanti senza l’apporto di un’eccellente tecnologia digitale. L’industria 4.0 e 4.1 ci permette di abbattere costi di energia e di trasporto, di non generare scarti o sovrapproduzioni, di realizzare prodotti nuovi di alta qualità senza bisogno di aggiungere additivi migliorando la qualità e producendo anche su misura per il cantiere. Abbiamo la possibilità di avere trasparenza e tracciabilità di ogni ingrediente per ciascun prodotto: con l’intelligenza artificiale stiamo rivoluzionando in meglio la produttività e la progettazione del nuovo.

La sede di Edizero è a Guspini, in Sardegna. Cosa l’ha spinta a rimanere qui?

È una fortuna e un’opportunità straordinaria vivere in Sardegna, prima terra emersa d’Europa e pertanto dotata di un ricchissimo patrimonio minerale, vegetale e animale. Sono tantissime le materie seconde disponibili nella nostra isola, quindi senza importazioni. Qui vengono trasformate in prodotti finiti nel medesimo luogo grazie all’industria green: ciò consente alle filiere Edizero di produrre a km cortissimo con un vantaggio ambientale ed economico. A questo si aggiunge l’aria di mare che si respira nella zona industriale di Guspini, la prima al mondo certificata pesticide free, a conferma che si può fare industria pulita preservando il territorio, anzi valorizzandolo come nel nostro caso.  

Sin da piccola è stata sempre vicina alle innovazioni agronomiche di suo padre, specializzato in agrumeti e rose. Da ragazza ha praticato sport a livello agonistico come il tennis e la corsa in montagna, poi è stata insegnante. Le piante, lo sport e l’insegnamento hanno in qualche modo hanno influenzato il suo modo di essere imprenditrice?

Le piante sono il 90% del mio lavoro, fatto di trasformazioni di oltre 100 eccedenze vegetali; sicuramente guardarle con gli occhi esperti di mio padre (seppure sia venuto a mancare quando ero adolescente) e della mia insegnante di botanica Giuseppina Primavera, ha segnato il mio rapporto con il mondo vegetale ovvero un mondo superiore a cui si deve buona parte di ispirazione delle biotecnologie Edizero come l’ottimizzazione delle risorse e dell’energia.

Lo sport mi ha sicuramente allenato a curare la preparazione in ogni dettaglio, quindi disciplina, rigore, pazienza, sopportazione della fatica e adattamento ai cambiamenti climatici visto che si tratta di sport all’aperto e in mezzo alla natura dove le condizioni esterne come il caldo o il freddo estremi, il ghiaccio, il vento, seppur difficili vanno accolte e con esse si deve interagire al meglio. Questo ascolto ravvicinato multisensoriale mi ha fatto vivere le gare come situazioni di sopravvivenza dove era importante raggiungere il traguardo comunque, da vincente o da perdente. L’obiettivo primo non era la vittoria ma arrivare fino alla fine, quindi trovare nuove soluzioni, anche nelle situazioni peggiori, pur di concludere la gara e poi usare soprattutto le sconfitte come strategia di evoluzione.

Aver insegnato didattica della musica nelle medie e nelle scuole superiori (istituto pedagogico) è una condizione matematica che vive con me sempre. La musica è fatta di numeri, è uno studio matematico. La matematica tradotta in suono diventa musica. È la colonna sonora portante della mia vita. Come diceva il filosofo Leibnitz «abbiamo bisogno di musica perché abbiamo bisogno di matematica». La musica è il nostro desiderio ed esercizio inconscio di contare. Nella musica come nello sport sono i numeri a dettare legge e non le parole. A parole si può raccontare qualsiasi cosa anche senza averla compiuta per davvero. I numeri mettono a nudo, vince chi ottiene il miglior tempo il miglior punteggio, chi si è conquistato il numero di misura superiore. Il numero migliore assegna la vittoria.

Nello sport grazie ai numeri siamo tutti uguali e abbiamo una possibilità. Ciò in un certo modo avviene in parte in alcuni settori industriali come quello dei materiali per l’edilizia, dove il prodotto è definito dai numeri della chimica di cui è composto e da un insieme di numeri corrispondenti a formule matematiche e dai dati tecnici che ne misurano la prestazione e più di recente anche la sostenibilità. Si può avere il miglior ufficio marketing del mondo, come nel caso delle multinazionali, ma se un prodotto dell’edilizia vanta numeri migliori di prestazione tecnica può avere la possibilità di riuscire a conquistare il suo spazio e ad esistere, esattamente come nello sport. Ecco perché in Edizero siamo così legati all’innovazione tecnologica, perché una volta scoperti i segreti delle materie seconde, occorre tradurre queste conoscenze in numeri e questi in prodotti, che per essere realizzati necessitano dei più elevati saperi industriali. Se mi fossi cimentata in settori merceologici meno misurabili dai numeri e più governati dal marketing delle parole non sarei riuscita ad ottenere questi risultati.

Quindi la matematica continuerà a guidare le sue future innovazioni? C’è qualcosa che può preannunciarci?

Vedo che molti prodotti (di settori diversi dall’edilizia) sono raccontati prevalentemente dalle parole. Spesso il successo del prodotto è affidato all’uso delle parole.  Tutti i prodotti contengono numeri, sono fatti di chimica, di proporzioni, ma spesso non si dichiarano (perché non è conveniente). I numeri ci sono sempre, un abuso di parole serve talvolta per nascondere la debolezza dei numeri. Sarebbe come escludere da una gara di velocità l’atleta detentore del miglior tempo registrato a favore di un atleta che non corre ma di cui qualcuno simula la corsa e ci fa credere sia vero. Nello sport non può esistere, nella produzione delle merci invece succede, anzi talvolta è auspicato. Il mondo della produzione si attrezza di parole, addirittura di parole ingannevoli per non dichiarare la chimica la matematica del prodotto.

Non posso ancora svelare la nuova filiera che mi vedrà impegnata nel 2021 ma di sicuro ad alcuni prodotti restituiremo la chimica e la matematica finora negate. Ed anche la storia e la geografia.

Quando si scende in campo non contano le parole ma il sentire l’altra persona, percepire la sua forza, il suo respiro, le sue intenzioni, intuire il suo gioco. Spesso questa capacità del sentire gli altri, ci aiuta non solo a fare alleanze ma anche a prendere le distanze da chi può farci perdere tempo o da chi è nostro avversario e si avvicina per depredarci. Lo sport mi ha aiutato sin da piccola ad allenare queste condizioni mentali che sono importanti in qualsiasi contesto di vita, di lavoro e soprattutto di innovazione.

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Rinnovabili • Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Incentivi fotovoltaico, tutti i bonus 2024 per privati e famiglie

Dal reddito energetico ai nuovi incentivi per l’autoconsumo virtuale, dal bonus fotovoltaico al 50% ai contributi regionali. Ecco una guida completa ed aggiornata a tutti gli incentivi dedicati al fotovoltaico in Italia per famiglie e privati

Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie
Guida agli incentivi per il fotovoltaico residenziale 2024

Guida completa e aggiornata agli incentivi statali e regionali per il fotovoltaico 2024

Anche nel 2024, in Italia, i privati cittadini possono dotarsi di un impianto fotovoltaico facendo affidamento su una serie di sussidi dedicati, dai bandi regionali ai contributi statali. Abbiamo raccolto tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024 in una guida, per offrire una panoramica completa e aggiornata degli strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale attualmente in vigore e delle modalità per accedervi.

Incentivi al fotovoltaico 2024 per privati e famiglie: bonus e contributi statali

Tra fine del Superbonus 110% e nuove configurazioni dell’energy sharing, i regimi incentivanti per il fotovoltaico dei privati cittadini stanno mutando rapidamente. Oggi la tendenza generale è quella di premiare gli impianti solari in autoconsumo e mettere in campo nuovi strumenti contro la povertà energetica. Dagli ecobonus edilizi “rimaneggiati” al pannelli solari gratuiti per le famiglie a basso reddito, ecco come stanno cambiando gli incentivi per il fv residenziale.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Una delle grandi novità in tema di incentivi statali al fotovoltaico domestico è il Reddito energetico nazionale 2024. La misura permette di ottenere, per alcune fasce economiche della popolazione, pannelli fotovoltaici domestici in maniera gratuita grazie ad un contributo in conto capitale. Con l’obiettivo più ampio di riuscire a realizzare nell’arco di due anni – il 2024 e il 2025 – circa 31mila impianti solari residenziali al servizio di famiglie in condizione di disagio economico. Budget stanziato per il biennio: 200 milioni di euro.

Beneficiari: possono fare richiesta del Bonus Fotovoltaico Reddito Energetico tutti i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro; oppure inferiore a 30.000 euro ma con almeno 4 figli a carico. L’incentivo è destinato al Soggetto realizzatore dell’impianto.

Tempistiche: le domande per gli incentivi possono essere presentate dal 5 luglio 2024 fino al 31 dicembre 2024, o fino ad esaurimento fondi. Dopo solo 24 ore gli 80 milioni destinati alle Regioni del Sud e le Isole sono andati esauriti. Ad oggi rimangono unicamente quelli per il resto dell’Italia.

Tipologia di intervento: Il bonus Reddito energetico 2024 incentivata i sistemi fotovoltaici residenziali su coperture e/o superfici di edifici con taglia compresa tra 2 e 6 kWp. Il contributo prevede una quota fissa massima di 2.000 euro più una quota variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza installata. Le agevolazioni previste dal Reddito Energetico Nazionale non sono cumulabili con altri incentivi pubblici.

Come fare domanda: L’istanza per il Reddito energetico deve essere inoltrata direttamente dalla piattaforma dedicata del Gse (Gestore dei Servizi energetici), previa iscrizione o identificazione con SPID. L’installazione di moduli fotovoltaici sul tetto va considerata manutenzione ordinaria e pertanto ricade nelledilizia libera che non richiede nessuna autorizzazione o atto amministrativo necessario per procedere immediatamente.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Bonus Fotovoltaico 50%  

Noto anche come Bonus Casa 50% o Bonus Ristrutturazione, questo contributo permette di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) in caso di interventi di ristrutturazione edilizia. Ma nella lista di lavori rientra anche l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali.

Beneficiari: Possono portare in detrazione le spese sia i proprietari di singole unità abitative, sia i condomìni per le parti in comune.

Tempistiche: le agevolazioni per i pannelli fotovoltaici rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2024 (salvo proroghe).

Tipologia di interventi:  La detrazione fiscale si applica sulla spesa per impianti fv su tetto, balconi e persino le facciate degli immobili, sistemi di accumulo compresi. Coperto anche anche un eventuale ampliamento dell’impianto solare a patto che la potenza di picco resti sotto i 20 kW. Limite massimo di spesa: 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questo incentivo permette ancora di optare tra cessione del credito o sconto in fattura, ma unicamente per gli interventi effettuati prime del 16 febbraio 2023, o entro la cui data siano stati stipulati contratti vincolanti. 

Come fare domanda:  La richiesta della detrazione IRPEF deve avvenire tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 50% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti,
  • la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Per approfondire le modalità di richiesta, leggi Bonus ristrutturazione, cosa accade se il bonifico parlante non coincide con il beneficiario.

Bonus Fotovoltaico 50%  

Superbonus 70% per il fotovoltaico residenziale

Il Bonus fotovoltaico 2024 più famoso in ambito residenziale rimane quello definito “super”. Ma abbandonato una volta per tutte il generoso e complesso 110%, il Superbonus per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, pannelli solari per privati compresi, scende all’aliquota 70%. Tra tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024, questo contributo è in assoluto il più generoso ma presenta anche rigidi paletti.

Beneficiari: possono portare in detrazione le spese i condomìni e le persone fisiche per interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate. 

Tempistiche: il Superbonus 70% rimane in vigore fino al 31 dicembre 2024, poi l’aliquota si abbassa al 65%.

Tipologia di intervento: il Bonus Fotovoltaico al 70% copre le spese sostenute nel 2024 per l’installazione di impianti solari, accumuli compresi, anche se i lavori non vengono effettivamente eseguiti nel medesimo anno. Con l’obbligo però di migliorare la certificazione energetica (APE) dell’immobile di almeno 2 classi. Il massimo che può essere detratto è 2.400 euro per ogni kW di potenza fotovoltaica installata, entro un massimo di 48.000 euro. In alcuni casi è ancora possibile chiedere la cessione del credito 2024.

Come fare domanda: Anche in questo caso la richiesta della detrazione IRPEF avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 70% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti e la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’Autoconsumo Diffuso 

Una forma di incentivi fotovoltaici 2024 molto convenienti è stata introdotta dal nuovo Decreto CACER e premia l’energia generata da impianti solari (ma non solo) e condivisa virtualmente nei gruppi di autoconsumo diffuso e nelle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il regime prevede una tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivabile e un corrispettivo di valorizzazione ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie (nel 2023 è stato di 8,48 euro/MWh).

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi i condomìni nel caso dell’autoconsumo diffuso, i privati cittadini per le CER.

Tempistiche: la misura è già in vigore e può essere richiesta fino al trentesimo giorno successivo alla data di raggiungimento dei 5 GW incentivati totali; o in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2027.

Tipologia di intervento: Possono essere incentivati unicamente impianti entro 1 MW di potenza unitaria. La tariffa premio per il fotovoltaico delle CER e dei gruppi di autoconsumo varia a seconda della zona geografica e si suddivide in una tariffa fissa, legata alla potenza dell’impianto, e una tariffa variabile in funzione del Prezzo zonale.

Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale
Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”. 

Incentivi per l'Autoconsumo Fotovoltaico: CER e autoconsumo diffuso 

Incentivi per pannelli fotovoltaici nel Conto Termico 3.0 

E’ ancora presto per poter richiedere queste agevolazioni ma è opportuno parlare anche della proposta di Conto Termico 3.0, schema che modifica l’attuale regime incentivante per le rinnovabili termiche. L’attuale bozza del provvedimento propone di ampliare gli interventi ammissibili, incentivando accanto alle fonti rinnovabili termiche anche l’installazione di pannelli fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, presso l’edificio o nelle relative pertinenze. A patto di sostituire contestualmente gli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore elettriche

Beneficiari: La misura è aperta a privati, PA ed enti del terzo settore.

Tempistiche: Il Decreto Ministeriale è in fase di valutazione, dovrebbe entrare in vigore nel 2024 (salvo ritardi).

Tipologia di interventi: L’agevolazione è un contributo a fondo perduto (valore da definire). Attualmente sono in vigore incentivi che variano dal 40% al 65% della spesa sostenuta. Il Conto Termico è cumulabile con altri incentivi di natura non statale.

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”.

conto termico 3.0

Fotovoltaico, gli incentivi regionali 2024

Non esistono solo gli incentivi statali. Diverse Regioni in Italia offrono oggi delle agevolazioni per i pannelli fotovoltaici, destinate a privati cittadini o comunità. E in molti casi i contributi sono cumulabili con le misure di supporto distribuite a livello nazionale. Vediamo nel dettaglio i bandi regionali 2024 che sostengono la crescita del fotovoltaico residenziale, assieme a tempistiche e modalità per presentare la richiesta.

Gli incentivi al fotovoltaico residenziale del Friuli Venezia Giulia

Il bando del Friuli Venezia Giulia ammette a finanziamento l’acquisto e installazione di impianti fotovoltaici con annessi sistemi di accumulo a batteria, realizzati a servizio di unità immobiliari a uso residenziale con categoria catastale da A1 ad A9 e A11 situati nel territorio regionale.

Beneficiari: Possono partecipare al bando del FVG le persone fisiche residenti nel territorio regionale, ma la richiesta deve essere legata ad un solo immobile.

Tempistiche: il bando regionale è stato lanciato nel 2023 ma le richieste possono essere ancora presentate fino alla fine del 2024.

Tipologia di intervento: gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura del 40% del costo totale dell’intervento. Per un impianto fotovoltaico di taglia sotto i 800 W (compresi anche i sistemi fotovoltaici Plug and Play da balcone) è ammissibile un costo massimo di 1.720 euro; per un impianto di potenza pari o superiore a 800 W, è ammissibile un costo massimo di 3000 euro al kW (per un totale massimo di 18.000 euro).

Come accedere: la domanda di incentivo deve essere presentata esclusivamente “online” attraverso il sistema “ISTANZE ONLINE” della Regione. L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali nazionali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non superi la spesa complessivamente sostenuta.

Emilia Romagna: Contributi per le Comunità energetiche rinnovabili

L’Emilia Romagna ha lanciato un Bando del valore di 6 milioni euro, per favorire lo sviluppo di CER, in coerenza con la L.R. 5/2022, attraverso la concessione di contributi economici a copertura dei costi per l’installazione degli impianti fotovoltaici di  accumulo dell’energia a servizio delle comunità energetiche stesse e delle relative spese tecniche.

Beneficiari: le Comunità Energetiche Rinnovabili ubicate sul territorio della Regione Emilia-Romagna.

Tempistiche: il bando dell’Emilia Romagna si è aperto il 12 giugno 2024 per chiudersi il 31 ottobre 2024.

Tipologia di intervento: Per ogni Impianto/Unità di produzione deve essere presentata una singola domanda di contributo ed è riconosciuto il 25% dell’importo minore tra: la spesa ammissibile effettivamente sostenuta per l’investimento e  il massimale di spesa ammissibile previsto per l’investimento. La percentuale di contributo riconosciuta per ciascun impianto potrà essere aumentata del 5% qualora la CER sia situata in aree montane ed interne del territorio regionale, oppure vi prendano parte Soggetti economicamente svantaggiati (ISEE fino a 15.000 €), o il progetto sia localizzato nelle aree interessate dall’emergenza alluvione del Maggio 2023.

Come accedere: La domanda di contributo dovrà essere trasmessa alla Regione tramite applicativo web Sfinge 2020. I contributi del bando sono cumulabili con altri aiuti di Stato.

Fotovoltaico residenziale, il bando 2024 della Toscana

Quest’anno la Toscana ha pubblicato il Bando contributi “Casa a zero emissioni” finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria nei 14 Comuni dell’area di superamento “Piana lucchese”. L’intervento stanzia 6 milioni di euro per interventi di dismissione di generatori di calore già installati e a uso residenziale a favore di pompe di calore ad alta efficienza, a cui possono essere aggiunti pannelli fotovoltaici con sistema di accumulo a batterie. 

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi al fotovoltaico i cittadini residenti nei comuni Altopascio, Capannori, Lucca, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Montecarlo, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano. Ma le richieste devono riferirsi ad un singolo immobile per famiglia.

Tempistiche: il bando è stato aperto il 15 febbraio 2024 e rimarrà in vigore fino a esaurimento fondi.

Tipologia di intervento: in caso di sostituzione di caminetto a legno o stufa a biomassa, il bando della Toscana permette usufruire di un contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 3.000 euro per l’acquisto di un impianto fotovoltaico. Più altri 500 euro in caso di aggiunta di un sistema di accumulo. L’incentivo scende a 2.400 euro massimi in caso di sostituzione di un impianto a gasolio.

Come Accedere: solo online tramite la piattaforma di Sviluppo ToscanaLe agevolazioni sono cumulabili con gli incentivi nazionali del Conto Termico e degli ecobonus edilizi e possono essere incrementate in base all’ISEE.

Fotovoltaico Basilicata, il bonus 2024

Per il 2024 la Regione Basilicata ha messo a disposizione 15 milioni di euro con cui incentivare il fotovoltaico residenziale e altri impianti rinnovabili domestici. Alla cifra si aggiungono 24 milioni di euro per il 2025.

Soggetti beneficiari: proprietari o usufruttuari di immobili in cui gli stessi hanno la residenza.

Tempistiche: Il bonus fotovoltaico della Basilicata può essere richiesto dall’8 aprile fino al 31 dicembre 2025 o fino a esaurimento budget.

Tipologia di interventi: Il regime lucano assegna contributi a fondo perduto valido per impianti fotovoltaici con una potenza non inferiore a 3 kWp (5% di tolleranza). Il sussidio può arrivare fino a un massimo di 10.000 euro compresi i sistemi di accumulo.

Come accedere:  La procedura di prenotazione delle risorse è “a sportello”. Le istanze devono essere presentate attraverso la piattaforma “Centrale bandi” della Regione Basilicata.

Bonus fotovoltaico basilicata 2024

Incentivi al fotovoltaico 2024, il bando della Lombardia

La Regione Lombardia è storicamente uno delle amministrazioni territoriali che più ha incentivato il fotovoltaico residenziale. Dai bonus destinati ai pannelli solari sul tetto a quelli per l’accumulo fotovoltaico passando per i contributi elargiti alle comunità energetiche, la Regione si è sempre distinta. Divenendo non a caso, la prima in Italia per numero di impianti solari in esercizio e per autoconsumo solare. Nel 2024 lo slancio “locale” si è affievolito, per lasciare spazio ai nuovi sussidi statali. Reddito Energetico Nazionale e Bonus fotovoltaico 70% in primis. Ma qualcosa ancora persiste come nel caso del Bando Rifugi Alpini del valore di 5.000.000 euro, finalizzato a supportare interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.

Soggetti beneficiari: Possono chiedere gli incentivi i gestori o i proprietari di rifugi alpinistici ed escursionistici di Comuni montani o parzialmente montani.

Tempistiche: le domande possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 10 luglio 2024 ed entro le ore 16.00 del 31 ottobre 2024.

Tipologia di Intervento: Si tratta di una sovvenzione a fondo perduto di massimo 300.000 euro a per singolo rifugio. Gli incentivi supportano tra le altre cose, anche l’installazione di impianti fotovoltaici ed eventuali sistemi di accumulo. Ogni soggetto richiedente può presentare più domande nel limite dell’importo max. complessivo di 600.000 euro.

Come accedere: La domanda deve essere presentata esclusivamente mediante la piattaforma Bandi e Servizi della Regione Lombardia all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili del MASE è entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 2 luglio 2024. Ecco tutte le norme e la suddivisione regionale della nuova potenza verde

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore
le nuove norme del Decreto Aree Idonee 2024. Via depositphotos

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Dopo un lungo periodo di rimpalli tra MASE (Ministero dell’Ambiente) e Regioni, il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili ha concluso il suo iter normativo. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024, il provvedimento ministeriale è entrato ieri formalmente in vigore. Nato con l’obiettivo di fare chiarezza sulle aree da destinare o meno agli impianti eolici e fotovoltaici, il testo finale, tuttavia, non centra a pieno l’obiettivo. Il braccio di ferro innescato da poter centrale e potere locale ha ottenuto come risultato quello di demandare il peso delle decisioni più importanti alle amministrazioni regionali. Senza compiere di fatto quella semplificazione e omogeneizzazione inizialmente sperata.

Ma il decreto in questione è molto di più. Nelle sue pagine sono infatti contenute le nuove quote di Burden Sharing, ossia le ripartizioni regionali dell’obiettivo nazionale per la capacità rinnovabile 2030. Nel dettaglio le 19 Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano dovranno spartirsi 80 GW di potenza verde attesa per la fine del decennio.

Decreto Aree idonee 2024, cosa contiene il testo

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è composto da 9 articoli in totale, suddividendo le norme in due capitoli: la ripartizione della potenza fra regioni e province autonome; i principi e i criteri per l’individuazione delle cd. aree idonee.

La disciplina è stata voluta dal decreto legislativo n. 199 del 2021, ma nella pratica avrebbe dovuto rispondere ad un bisogno “storico”. L’obiettivo iniziale era, infatti, quello di ridurre al minimo quegli spazi di dissidio che hanno connotato in passato il rapporto tra livelli di Governo proprio in riferimento al tema delle FER.

Tuttavia il provvedimento risponde anche ad una seconda esigenza, ossia dividere tra i territori quegli 80 GW di potenza verde che il Belpaese dovrebbe installare entro la fine di questo decennio. Nel dettaglio a ogni regione è stata assegnata una capacità minima da raggiungere annualmente, a partire dal 2021. Nel conteggio annuale rientrano tutti i nuovi impianti e i progetti di potenziamento. Sia terra che in mare. Ma vediamo la ripartizione nel dettaglio.

Burden Sharing 2030, le nuove capacità rinnovabile regionale

 Ai fini del calcolo per il raggiungimento degli obiettivi territoriali, il Decreto Aree Idonee Rinnovabili tiene conto della potenza nominale degli impianti nuovi, potenziati, riattivati, ricostruiti integralmente o oggetto di rifacimentoentrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento”. Compreso il 100% della capacità installata in mare.

Per questi ultimi il Decreto prevede, in caso di connessioni ricadenti in regioni diverse da quelle in cui insistono gli impianti offshore, una speciale ripartizione della potenza. Il 20% a carico del territorio  in cui si trovano le infrastrutture di connessione  alla  rete  elettrica  e  il restante 80%, “in via proporzionale rispetto alla reciproca  distanza, tra le altre regioni  la cui costa sia direttamente  prospiciente l’impianto”. 

Ai fini del raggiungimento dei target regionali il nuovo schema Aree Idonee Rinnovabili riconosce per gli impianti geotermici ad alta e media entalpia e quelli idroelettriciuna potenza nominale aggiuntiva pari alla potenza di ogni fonte rinnovabile per il relativo parametro di equiparazione”. Contestualmente il testo affida al GSE il compito di pubblicare i parametri di equiparazione sulla base della producibilità media rilevata da idro e geotermia rispetto a quella da fonte fotovoltaica.

Il contributo maggiore? Sempre quello della Sicilia con oltre 10,4 GW per la fine del decennio, seguita dalla Lombardia (8,7 GW) e dalla Puglia (7,3 GW).

Decreto Aree Idonee 2024, la capacità assegnata alle Regioni

Impianti rinnovabili: aree Idonee, non idonee, ordinarie o vietate

In base al provvedimento Regioni e Province avranno 180 giorni per individuare sul loro territorio con propria legge quattro tipologie di zone:

  • Le aree idonee, caratterizzate da un iter accelerato ed agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a rinnovabili.
  • Le aree non idonee, le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti, sulla base delle linee guida governative già emanate.
  • Le aree ordinarie, ossia aree diverse dalle precedenti in cui si applicano i regimi autorizzativi ordinari.
  • Le aree vietate, zone che in base alle nuove norme introdotte con l’art.5 del DL Agricoltura sono precluse agli impianti fotovoltaici a terra.

Il potere di definire zone “appropriate e non” rimane, dunque, in mano alle autorità regionali e provinciali, ma, in caso di mancata adozione delle legge nei termini previsti e dopo un richiamo ufficiale con nuovo termine, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica adotterà “le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi”.

Decreto Aree Idonee Rinnovabili: Principi e Criteri di individuazione

Il tema è stato uno dei più discussi durante l’iter di approvazione. Dopo una serie di rimaneggiamenti del testo, la formula finale del DM Aree idonee 2024 chiede alle Regioni di prendere in considerazione la massimizzazione delle aree da individuare al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi del Burden sharing. Dando priorità all’impiego di superfici di strutture edificate, quali:

  • capannoni industriali
  • parcheggi, 
  • aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica.

E verificando  nel contempo l’idoneità di aree non  sfruttabili per altri scopi, come ad esempio le  superfici agricole non utilizzabili.

Alle amministrazioni regionali è lasciata la possibilità di classificare le superfici o le aree come idonee differenziandole sulla base della fonte, della taglia e della tipologia di impianto. Tenendo conto “delle aree immediatamente idonee di cui all’articolo 20, comma 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Nelle aree non idonee entreranno automaticamente tutte quelle zone e superfici ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. 

Una delle parti più contestate? Le nuove fasce di rispetto, ossia quelle porzioni di territorio a protezione di elementi sensibili nelle quali le trasformazioni urbanistico-edilizie sono sottoposte a disciplina specifica. In base al nuovo decreto le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto. Con un limite massimo di 7 chilometri. I rifacimenti sono esclusi.

Leggi qui il testo in Gazzetta Ufficiale

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Rinnovabili • Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Con oltre 10mila richieste inoltrate attraverso lo sportello del GSE, le famiglie del Mezzogiorno e delle Isole hanno rapidamente saturato il contingente. Ora restano solo gli incentivi di reddito energetico per le altre regioni

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore
Il contatore degli Incentivi del Reddito Energetico 2024. Credits: GSE

 In un giorno prenotato l’80% delle risorse del REN 2024

Gli incentivi del Reddito Energetico Nazionale sono stati un successo. Perlomeno nelle Regioni del Sud Italia, dove in appena 24 ore sono andati esauriti gli 80 milioni di euro messo a disposizione dal regime. Lo hanno fatto sapere il 6 luglio, con note stampa separate, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetici (MASE) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Al netto  dei controlli e delle possibili rinunce, il REN 2024 ha mostrato come l’interesse per il fotovoltaico residenziale sia ancora particolarmente attivo. E come la misura, nata nel 2019 come strumento regionale di contrasto alla povertà energetica, abbia seguito il giusto corso.

Il Reddito Energetico ha visto la luce la prima volta nel Comune di Porto Torres, in Sardegna, come un progetto fortemente voluto dal sindaco pentastellato Sean Wheeler. L’obiettivo? Portare avanti un percorso sociale di rilancio economico del territorio, dotando le famiglie in difficoltà di pannelli solari gratuiti.

La bontà dell’iniziativa, dimostratasi fin da subito un successo, ha convinto prima altre regioni a replicare lo strumento e il poi il Governo Conte a studiare un meccanismo applicabile a tutto il paese. Tuttavia per trasformare l’idea in realtà sono occorsi anni, a causa sia del cambio di Governo e del rimpasto delle funzioni ministeriali che del particolare periodo storico.

Oggi appare chiaro che l’intuizione di Porto Torres possa costituire uno strumento interessante per alleviare la povertà energetica (allora, ben lontani dal caro bolletta 2022, si stimava un risparmio per famiglia di 150-200 euro). Un’opinione condivisa dal ministro dell’Ambiente Pichetto secondo cui “lo strumento ha avuto un buon  impatto e si rivelerà molto utile; in chiave economica ed energetica per le famiglie che lo hanno scelto, ma anche più in generale verso i nostri obiettivi di crescita delle rinnovabili sul territorio”.

Ma veniamo ai dati di questo fine settimana. Secondo le informazioni condivise dal GSE, le domande provenienti da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno saturato il contingente dedicato al Mezzogiorno. Ossia 80 milioni di euro su un totale annuale di 100 milioni.

Da questi territori sono arrivate, infatti, oltre 10.500 richieste di accesso agli incentivi Reddito Energetico 2024 in appena 24 ore, dalle 12.00 di venerdì 5 luglio 2024.

Ma il portale del GSE resterà aperto. In ballo ci sono ancora le risorse destinate alle famiglie con basso ISEE nel resto delle Regioni e Province autonome d’Italia. In questo caso il budget di 20 milioni di euro risulta “prenotato” solo per un quarto (dati aggiornati all’8 luglio 2024). Con 618 richieste pervenute.

Per controllare l’andamento degli incentivi REN 24 viene in aiuto il Contatore del GSE che mostra le risorse residue, suddivise per zona geografica e in funzione delle richieste depositate.

In attesa di capire quando il bando sarà definitivamente chiuso e se il Gestore riaprirà lo sportello nel corso dell’anno per riassegnare le risorse liberate da rinunce ed esclusioni, c’è chi propone di anticipare gli incentivi del Reddito energetico 2025.

“Visto il grande successo, chiediamo al Governo di anticipare il bando di febbraio, che prevede altri 100 milioni di euro, in modo da permettere a tutti coloro che sono rimasti esclusi di poter fare richiesta”, scrive Antonio Trevisi, Senatore del Movimento 5 Stelle. “È fondamentale agire rapidamente per soddisfare le esigenze dei cittadini e sfruttare al meglio le risorse disponibili e per questo motivo lancio un appello per l’apertura del nuovo bando nazionale già a settembre, evitando di aspettare fino al 2025, e sollecito la Regione Puglia a riaprire il bando del reddito energetico per i fondi residui. E non dimentichiamo che il reddito energetico non è solo un aiuto economico per le famiglie italiane, ma rappresenta anche un passo significativo sul piano ambientale, verso un futuro più sostenibile”.

Leggi anche Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

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