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Edifici 50 volte più flessibili grazie agli pneumatici fuori uso

Le fibre tessili, metalliche e la gomma ricavate dagli pneumatici fuori uso aumentano eccezionalmente la resistenza flessionale del cemento

Edifici 50 volte più flessibili grazie agli pneumatici fuori uso

 

(Rinnovabili.it) – Le fibre e i polimeri derivati dagli pneumatici fuori uso potrebbero presto essere utilizzati in grandi progetti di ingegneria civile come ponti, gallerie ed edifici antisismici. È su questo ramo del riciclo della gomma che l’Università di Sheffield sta lavorando, con l’intento di dimostrare la fattibilità dell’utilizzo di prodotti di scarto in un cemento speciale. La ricerca è finanziata dall’Unione europea nell’ambito del progetto Anagennisi, e il team di ricerca si compone, oltre agli esperti di Sheffield, l’Imperial College di Londra e la European Tyre Recycling Association (ETRA).

 

Gli scienziati ritengono che la fibra polimerica presente negli pneumatici possa sostituire il polipropilene nelle riparazioni delle fessurazioni del calcestruzzo: il materiale potrebbe essere disponibile sul mercato entro due anni. Anche la gomma derivata dai pfu può avere applicazioni nell’edilizia antisismica e sostenibile, sostengono i ricercatori: stanno cercando di dimostrare che può rendere sufficientemente flessibili le costruzioni e costituire una valida soluzione per edifici e ponti situati in zone sismiche. I test verranno condotti il prossimo anno, con l’obiettivo di mettere in commercio questa tecnologia entro il 2020.

 

Edifici 50 volte più flessibili grazie agli pneumatici fuori uso -

 

Kypros Pilakoutas, professore di ingegneria a Sheffield, ha detto che il progetto nasce dal desiderio di ridurre drasticamente il volume di pneumatici che finiscono bruciati. Secondo Pilakoutas, le materie prime seconde derivate dagli pneumatici fuori uso possono diventare economicamente attraenti, oltre ad offrire vantaggi ambientali e aprire spazi al design innovativo. Le fibre tessili contenute nelle gomme d’auto sono eccezionalmente resistenti, e possono essere miscelate con quelle di acciaio per aumentare la resistenza flessionale durante la fase di polimerizzazione del cemento. Inoltre, questo processo consentirebbe un risparmio sulle materie prime e permetterebbe di ridurre il dispendio di energia per la produzione del 97%, promettono gli esperti. Il professore ritiene che l’uso della gomma da pfu possa permettere agli edifici di flettersi fino a un 10% della loro altezza, 50 volte in più rispetto alle strutture convenzionali.

 

Le gomme d’auto sono composte mediamente per l’80% di gomma, il 15% di fibra d’acciaio e il restante 5% di fibra tessile. Ogni anno in Europa, più di 3 milioni di tonnellate di pneumatici arrivano a fine vita. Attualmente, la maggior parte è destinata all’incenerimento, nonostante le preoccupazioni ambientali e il fatto che per produrre uno pneumatico venga impiegata da 3 a 5 volte più energia di quella recuperata tramite la termovalorizzazione.