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Ecopneus registra un calo nella raccolta degli pneumatici fuori uso

raccolta degli pneumatici fuori uso
Foto di Denny Müller su Unsplash

Dopo la raccolta degli pneumatici fuori uso, metà vengono riciclati e metà bruciati

Cala sensibilmente la raccolta degli pneumatici fuori uso a cura di Ecopneus nel 2023. I dati diffusi dal Consorzio dicono che lo scorso anno sono state raccolte 187.818 tonnellate di PFU, mentre nel 2022 quelle dichiarate erano 230 mila. In dieci anni, sono invece più di 2,8 milioni le tonnellate gestite.

Degli pneumatici fuori uso raccolti nel 2023, il 50,1% è stato recuperato come materia prima. La metà di questa quota ha trovato nuova vita in materiali sportivi e ludici, il 20% in isolanti edilizi, il 13% in manufatti industriali e il 17% per schiumanti in acciaieria e asfalti a bassa rumorosità. Il restante 49,9% è stato destinato al recupero energetico, cioè bruciato.

Raccolta extra e benefici ambientali

Oltre alla raccolta ordinaria, secondo il rapporto di sostenibilità presentato qualche giorno fa, il consorzio ha fatto un extra. Come richiesto già dal 2020 dal Ministero dell’Ambiente, la società ha svolto un’attività supplementare come attore del recupero. ”Ecopneus ha fatto propria la richiesta emessa da parte del Ministero dell’Ambiente nel 2020 a provvedere ad una raccolta di PFU che si estenda ad un +15%, fino ad anche un +20%”, si legge nel report. Questo “per fare fronte ad eventuali eccedenze sul territorio di PFU da raccogliere presso gli operatori del mercato del ricambio. A fronte di tale indicazione, Ecopneus ha messo in atto una pianificazione operativa e gestionale che ha consentito la gestione di un extra target pari a +12%”. Una cifra che, secondo i calcoli, corrisponderebbe a 19.314 tonnellate raccolte oltre l’obbligo di legge.

I conti dei benefici ambientali, un “must” dei rapporti di sostenibilità, dicono che l’attività è stata proficua per l’ecosistema e l’economia. In concreto, si calcolano 297 mila tonnellate di CO2 evitate, 1,2 milioni di metri cubi di acqua risparmiati e 274 mila tonnellate di risorse minerali e fossili non utilizzate. Inoltre, il sistema ha contribuito a ridurre le importazioni di materiale vergine, risparmiando 81 milioni di euro e generando un valore economico di 44,4 milioni di euro.

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