Si terrà a Roma martedì 27 giugno “Le buone ragioni per sostenere la circular economy”, una giornata per approfondire le prospettive dell’economia circolare e del riciclo dei PFU in Italia
(Rinnovabili.it) – Cosa vuol dire, in termini di benefici economici, sociali e ambientali, costruire una solida filiera del riciclo per i pneumatici fuori uso? La risposta la svela Ecopneus, società senza scopo di lucro che da sette anni lavora in Italia per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento dei PFU. Sette anni in cui l’azienda ha recuperato 1.400.000 tonnellate di pneumatici, un quantitativo che basterebbe per coprire più di due volte la circonferenza terrestre. Un’attività capillare che, attraverso la produzione di granuli di gomma, ha portato alla nascita di nuove strade, materiali per edilizia e superfici sportive, dimostrazione concreta che la buona gestione dei rifiuti è una prima di tutto una risorsa.
A partire da questi risultati, la Fondazione Sviluppo Sostenibile ha elaborato un’analisi comparativa degli impatti ambientali, sociali ed economici tra due scenari estremi di recupero dei PFU: il Full Recycling, in cui la totalità degli pneumatici raccolti sul territorio nazionale viene avviata a impianti di trattamento per la produzione di granuli di gomma, acciaio e fibre tessili (a loro volta riciclati) e il Full Energy Recovery, dove le gomme sono invece avviate a trattamento per la produzione di combustibili TDF (Combustibili derivati).
I dati del report saranno presentati in anteprima assieme al Rapporto di sostenibilità 2016 di Ecopneus, il 27 giugno a Roma in occasione del convegno “Le buone ragioni per sostenere la circular economy” organizzato dalla società. Una giornata per approfondire le prospettive dell’economia circolare e del riciclo dei PFU in Italia, partendo dall’attività svolta da Ecopneus e dal report “PFU, energia vs materia” della Fondazione Sviluppo sostenibile.
Il documento quantifica gli impatti per le due modalità di recupero relativamente alla gestione di 400 mila tonnellate di PFU (un dato più alto dell’attuale). Dal confronto è soprattutto il recupero della materia che ne esce vincente: nello scenario Full Recycling 400 mila tonnellate di PFU avviate a riciclo, produrrebbero granulo e polverino, consentono di evitare emissioni di gas serra in un anno per 885 mila tCO2eq. Vale a dire 477 mila in più rispetto allo scenario Full Energy Recovery.