Nonostante la crisi dovuta all’emergenza Covid-19 che ha causato una netta flessione nella sostituzione di pneumatici, Ecopneus ha mantenuto un servizio costante di ritiro dagli operatori del ricambio perfino durante il lockdown della scorsa primavera
(Rinnovabili.it) – Bilancio positivo per Ecopneus, società senza scopo di lucro e principale operatore italiano della gestione dei PFU (Pneumatici Fuori Uso). La crisi generalizzata dovuta all’emergenza Covid-19 tra le tante criticità ha causato anche una netta flessione nella sostituzione di pneumatici. Nonostante questo, Ecopneus è riuscita a mantenere un servizio costante di ritiro dagli operatori del ricambio perfino durante il lockdown della scorsa primavera. Nel 2020 Ecopneus ha raccolto 189.569 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, un volume che corrisponde al 96% degli obiettivi di raccolta fissati dalla legge (gli obiettivi vengono calcolati sui quantitativi di PFU immessi nel mercato dalle aziende socie nell’anno precedente).
Lo scorso anno si è registrato un calo delle vendite di pneumatici che ha toccato il -20%, con il conseguente calo delle risorse economiche derivanti dal contributo ambientale che finanziano il sistema di Ecopneus. Ci si sarebbe aspettato un calo anche nella raccolta dei PFU, visto il calo di risorse per effettuarlo e la minore disponibilità di Pneumatici Fuori Uso presenti presso i gommisti. Ecopneus ha invece mantenuto gli abituali standard di perfomance: da un lato perché ha gestito in modo efficiente le risorse economiche disponibili e utilizzato l’avanzo di gestione del 2019, dall’altro perché ha acquisito le giacenze di PFU degli operatori del ricambio derivanti in gran parte dai flussi irregolari di pneumatici che entrano in Italia senza la necessaria documentazione fiscale.
Leggi anche Pneumatici e rifiuti edilizi per un calcestruzzo più forte del 35%
Il numero di interventi di raccolta effettuati da Ecopneus presso i gommisti è rimasto nella media degli anni precedenti nonostante si fossero notevolmente ridotte le richieste di prelievo dei PFU rispetto lo stesso periodo del 2019. Nei primi 4 mesi dell’anno la raccolta è stata infatti in linea con quella degli anni precedenti.
Necessario impedire l’ingresso irregolare di pneumatici
Al 15 gennaio 2021 è stata già raccolto il residuo dello scorso anno. «Il 2021 è partito sin dai primi giorni con anche maggior sollecitudine di quella con cui abbiamo chiuso il 2020 e che ci ha permesso di raggiungere risultati soddisfacenti nonostante il contesto critico che il Paese ha vissuto. Abbiamo messo in campo un importante sforzo gestionale per assicurare la raccolta di Pneumatici Fuori Uso presso gli operatori, costantemente tutto l’anno anche durante il lockdown, in tutte le province italiane dalle località montane alle isole minori, ponendo maggiore attenzione anche ai piccoli centri di ricambio che generano modeste quantità di PFU, dove la raccolta è più onerosa in termini di costi e logistica. Oltre il 70% dei nostri interventi di raccolta viene infatti effettuato presso esercizi di piccole e medie dimensioni, dove vengono prelevati meno di 300 pezzi per intervento» ha dichiarato Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus.
Leggi anche Inquinamento da microplastiche: occorre ridurre l’usura degli pneumatici
La Direzione Generale Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente ha emanato a fine 2020 un provvedimento che fissa dal 1° gennaio 2021 l’obbligo ai soggetti autorizzati (come Ecopneus) di raccogliere una quota aggiuntiva di PFU del 15% rispetto ai target di riferimento. Il provvedimento dovrebbe alleviare o risolvere nell’arco di qualche mese la congestione di molti punti di sostituzione pneumatici. Rimane però tassativo arrivare a un sistema di tracciamento e controllo per impedire l’ingresso irregolare di pneumatici nel mercato nazionale.