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L’economia circolare in Italia tra sfide e buone notizie

Il rapporto sull’economia circolare in Italia fotografa un paese riciclone ma anche consumista, una contraddizione difficile da sciogliere

Economia circolare in Italia
via depositphotos

Circular Economy Network ed ENEA pubblicano i dati sull’economia circolare in Italia

I dati del nuovo rapporto sull’economia circolare in Italia disegnano un paese che si conferma punto di riferimento in Europa per diversi aspetti. Lo afferma il rapporto presentato oggi da Circular Economy Network ed ENEA in un evento a Roma. I dati evidenziano il nostro impegno verso la circolarità, con risultati significativi che ne confermano la posizione di primo piano in Europa.

Una delle caratteristiche distintive dell’Italia è il suo elevato tasso di utilizzo circolare di materia, che si attesta al 18,7%. In questo particolare settore, siamo secondi solo alla Francia nell’Unione Europea. Il tasso di uso circolare indica una forte propensione verso il riciclo e il riutilizzo delle risorse, supportata sia dal settore privato che dalle politiche pubbliche. Siamo primi in classifica invece per il tasso di riciclo dei rifiuti. Nello specifico, nel 2021 abbiamo avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, 8% in più della media UE. Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%. La media UE è del 48,6% e la Germania primeggia con il 69,1%.

Le piccole e medie imprese giocano un ruolo fondamentale in questo contesto, con il 65% di esse che dichiara di adottare pratiche di economia circolare, più del doppio rispetto al 2021. Questo dato evidenzia un crescente interesse e consapevolezza verso la sostenibilità ambientale anche nel tessuto produttivo più piccolo.

Cambiano i metodi di calcolo

Il dossier compara, per la prima volta, le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) usando gli indicatori della Commissione. In pratica si analizzano produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questi “nuovi” indicatori, risulta confermato il primato del bel paese (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti, come mostrano i dati citati.

Cresce il riciclo ma anche il consumo di materia

Tuttavia, non mancano le sfide da affrontare. Il consumo di materiali in Italia è in crescita, e la dipendenza dalle importazioni rimane elevata, soprattutto per quanto riguarda materie prime critiche come il rame e le terre rare. Questa dipendenza mette in evidenza la necessità di promuovere ulteriormente il riciclo e il riutilizzo per garantire una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento.

Inoltre, nonostante i successi ottenuti, l’Italia deve affrontare la sfida di mantenere la sua posizione di leadership nel lungo termine. È necessario, secondo il rapporto un impegno costante per promuovere l’innovazione e l’adozione di pratiche sempre più sostenibili in tutti i settori dell’economia.La transizione verso un’economia circolare completa richiederà un cambiamento di paradigma non solo nelle politiche industriali, ma anche negli stili di vita dei cittadini. È essenziale educare e sensibilizzare i consumatori sull’importanza di fare scelte sostenibili e fornire loro strumenti per ridurre l’impatto ambientale delle proprie azioni.

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