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Troppo lenti i progressi dell’economia circolare in Europa

economia circolare in europa

Foto di Robert Bye su Unsplash

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Foto di Robert Bye su Unsplash

Lo stato dell’economia circolare in Europa

(Rinnovabili.it) – L’economia circolare è cruciale per affrontare il cambiamento climatico e le cause dell’inquinamento ambientale. Su questo fronte, l’Unione Europea ha fatto progressi, ma non sono abbastanza. Il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), appena pubblicato, dice infatti che per accelerare il passaggio all’economia circolare in Europa occorrono politiche più vincolanti e orientate agli obiettivi. 

Il vecchio continente tende a fissare dei target ambiziosi, senza poi essere conseguente nella strutturazione delle misure che dovrebbero aiutare a raggiungerli. Nonostante l’Europa consumi una percentuale maggiore di materiali riciclati rispetto ad altre regioni, infatti, i progressi sono lenti. Il tasso di circolarità è dell’11,5% e il blocco dei 27 è lontano dall’obiettivo di raddoppiarlo entro il 2030. La dipendenza dalle risorse naturali e le importazioni crescenti di materie prime critiche rappresentano sfide di prima grandezza, secondo l’EEA. 

Serve un riciclo di qualità superiore

Il rapporto evidenzia che molte politiche sono ancora in fase di attuazione e richiederanno tempo per produrre effetti sui modelli di consumo e utilizzo delle risorse. Tuttavia, occorrerà presto alzare gli obiettivi, promuovere un riciclo di qualità superiore e incentivare l’ecodesign. Un altro imperativo è ridurre le importazioni di materie prime quanto più possibile, mentre ora stanno crescendo. Qualcosa di simile avviene per i rifiuti, che non sembrano destinati a calare sensibilmente da qui al 2030 secondo le proiezioni dell’EEA.

È poi necessario – spiega l’agenzia – ridurre il consumo di prodotti insostenibili e incoraggiare comportamenti più consapevoli da parte dei consumatori. Il ruolo della ricerca non è indifferente. Ma non serve solo quella sull’innovazione. Occorre anche sondare gli orientamenti dei consumatori e incorporare i principi di transizione giusta nelle politiche future. Il che significa prestare attenzione a come le trasformazioni ecologiche impattano sui redditi più bassi, per mettere in atto misure che facilitano l’adozione di comportamenti virtuosi.

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