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Riciclo: è braccio di ferro fra Stati membri ed Europarlamento

Le ultime posizioni espresse dal Consiglio UE includerebbero percentuali di riciclo per i rifiuti urbani e da imballaggio addirittura inferiori a quelle richieste da Bruxelles nel suo Pacchetto

 

Riciclo: è braccio di ferro fra Stati membri ed Europarlamento

 

(Rinnovabili.it) – Puntare su obiettivi minimi per riuscire a strappare un accordo privo di qualsiasi ambizione. Sembrerebbe essere questa la strategia degli Stati membri sui nuovi target europei di riciclo. Il Consiglio UE è chiamato a trovare un accordo con il parlamento europeo su uno degli elementi più importati del Pacchetto Economia Circolare. Ma le premesse fanno intuire un percorso più arduo del previsto.

 

A Strasburgo, lo scorso 24 gennaio, la Commissione Ambiente aveva alzato il tiro, approvando obiettivi di riciclo 2030 più alti di quelli proposti dalla Commissione Europea: un 70% per i rifiuti urbani, un 80% per gli imballaggi e contemporaneamente una riduzione dei conferimenti in discarica al 5%. Ma la nuova posizione non piace a molti dei Ventotto che oggi minacciano di opporsi a tali target.

 

Secondo quanto rivela oggi in anteprima ENDS Europe, le ultime posizioni espresse dal Consiglio includerebbero percentuali addirittura inferiori a quelle richieste da Bruxelles nel suo Pacchetto. Ad esempio, farebbero pressioni per un obiettivo del 60% per il riciclaggio dei rifiuti urbani nel 2030, ben 5 punti percentuali sotto il target della Commissione europea e 10 sotto quella dell’ENVI. Identica storia per i rifiuti da imballaggio, con target fortemente ribassati.

 

E ancora. Nelle ultime bozze di posizione del Consiglio sparirebbe qualsiasi accenno  al concetto di ‘preparazione per il riutilizzo’, ovvero tutte quelle operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento.

 

Fonti vicine al trilogo sostengono che queste posizioni così fortemente indebolite servano nella contrattazione per poter approvare i target dell’esecutivo, senza ulteriori sforzi. Intanto Strasburgo porta avanti le sue votazioni: le nuove proposte del pacchetto saranno messe ai voti in occasione della sessione plenaria del 13-16 marzo. Il Consiglio invece non dovrebbe adottare formalmente la sua posizione prima della riunione di giugno dei ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea, anche se i colloqui informali con i deputati potrebbero iniziare già a maggio.