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Senza ecodesign non c’è economia circolare del fotovoltaico

Il solare è il perno della transizione, ma ad oggi non c’è una vera strategia di economia circolare del fotovoltaico che affronti il tema dei rifiuti

economia circolare del fotovoltaico
Foto di Bill Mead su Unsplash

Importanti materiali potrebbero essere recuperati tramite un’economia circolare del fotovoltaico

(Rinnovabili.it) – La transizione energetica, con il fotovoltaico come protagonista, genererà milioni di tonnellate di rifiuti provenienti dai pannelli solari a fine vita solo nel mercato europeo. I moduli oggi sono progettati per durare il più a lungo possibile, ma alla fine della loro vita si trasformano in rifiuti ricchi di materiali preziosi. Una vera economia circolare del fotovoltaico sarà quindi essenziale per evitare quantità di pannelli smaltite in modo improprio. Altrimenti, il rischio è di creare un problema simile a quello oggi rappresentato dai RAEE. Progettati per non essere smontati, riparati e riciclati, la maggior parte degli apparecchi elettrici ed elettronici oggi creano problemi ambientali.

Per il fotovoltaico il rischio è simile. Il problema principale è la struttura integrata e difficilmente separabile dei pannelli solari. Questa architettura li rende adatti solo in misura limitata a una economia circolare. Anche se nell’UE c’è l’obbligo di riciclo, quindi, la difficoltà nel rimettere in circolo le materie prime seconde persiste.

Un riciclo dei pannelli solari dalla culla alla culla

Uno studio condotto dall’Istituto Helmholtz Erlangen-Nürnberg per le energie rinnovabili (HI ERN) ha proposto una transizione del settore verso una circolarità “dalla culla alla culla”. La soluzione si chiama ecodesign, ovvero vincolare i progettisti del settore a rendere i materiali dei moduli fotovoltaici più facilmente separabili, così da essere riciclati e riutilizzati nello stesso settore. 

Creare un ciclo da “pannello a pannello” è quindi la sfida suggerita dagli esperti tedeschi. La gestione circolare delle risorse e una progettazione più mirata consentirebbero il riciclo efficace e sostenibile dei moduli fotovoltaici, riducendo l’impatto ambientale. Sebbene l’energia solare sia già sostenibile anche senza questo “riciclo circolare”, quest’ultimo offre l’opportunità di diventare “pionieri di una cultura della sostenibilità”, dicono. 

Montagne di vetro e argento da recuperare

Vale per una risorsa come il vetro, ad esempio. Essa rappresenta fino al 75% della massa di un modulo. Può essere recuperato utilizzando processi consolidati, ma ne risulta un materiale di minor qualità, non disponibile per la produzione di nuovi moduli. Oggi questo non è un problema, vista la bassa quantità di pannelli che entrano in processi di riciclo. Tuttavia, è probabile che la situazione cambi entro la fine del prossimo decennio.
Non si può ignorare, inoltre, che applicare maggiore strategia progettuale a questa filiera consentirebbe di recuperare materiali preziosi come l’argento. Nel 2020 l’industria solare rappresentava già il 12,7% della produzione annua di argento. I moduli futuri dovranno eliminare questo metallo, ma fino ad allora migliaia di tonnellate di argento verranno utilizzate. Rimetterle in circolo invece di gettarle via consente recuperare un vero e proprio tesoro.