Il capo della DG Ambiente della Commissione europea promette che il pacchetto economia circolare avrà impatti positivi sul settore
(Rinnovabili.it) – Il pacchetto europeo sull’economia circolare avrà benefici per il settore del riciclo dei veicoli a fine vita. Lo promette Artemis Hatzi-Hull, capo della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea (DG ENVI). Il funzionario Ue ha parlato ai delegati di tutto il mondo dell’industria automobilistica presenti all’International Automobile Recycling Congress (IARC) 2016, che si tiene a Berlino in questi giorni.
«Le misure previste dalla Commissione europea nel campo del design e dell’innovazione per l’economia circolare contribuiranno ad un aumento dei tassi di riciclo per materiali quali acciaio, metalli preziosi o plastica», ha dichiarato Hatzi-Hull. Bruxelles si aspetta altri effetti positivi dalle nuove disposizioni sull’ecodesign, che dovrebbero aumentare durata, riparabilità e riciclabilità di molti prodotti. Le nuove tecnologie, secondo il direttore generale, avranno un impatto positivo sull’occupazione nel settore del riciclaggio, in particolare per quanto riguarda gli impianti di smantellamento e trattamento.
Tobias Bahr, direttore della politica ambientale presso la European Automobile Manufacturers Association (ACEA) , ha detto che l’industria automobilistica ha già incorporato il concetto di economia circolare nello sviluppo del prodotto, nella produzione e in una serie di nuovi servizi offerti: «La forte concorrenza internazionale porta automaticamente ad un utilizzo più efficiente delle risorse», ha commentato. Ma secondo ACEA, è preferibile adottare un approccio integrato, che abbracci l’intero ciclo di vita dell’auto invece di richiedere maggiore efficienza nella mera fase finale della vita del prodotto.
Tuttavia, un migliore approccio a questo capitolo permetterebbe di abbassare il numero dei veicoli fuori uso che vengono oggi esportati in luoghi sconosciuti. A causa di questo business illegale, l’industria del riciclo sta perdendo grandi quantità di materie prime.
Ancora non è noto quello che accade a milioni di auto che raggiungono il fine vita in Ue. Molte vengono smaltite illegalmente in diversi Paesi del continente. Spostare l’onere della prova sull’esportatore potrebbe servire per costringerlo a dimostrare che i prodotti commerciati sono auto usate e non semplici rottami. Fino ad ora, invece, l’onere della prova spettava ai funzionari doganali, che troppo spesso hanno chiuso un occhio.