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Eco-packaging dalle acque reflue, PHBOTTLE chiude il cerchio

Eco-packaging dalle acque reflue, PHBOTTLE chiude il cerchio

 

(Rinnovabili.it) – Riciclare le acque reflue della produzione di succhi di frutta per produrre un eco-packaging da impiegare nel settore bevande. Così il progetto europeo PHBOTTLE vuole chiudere il cerchio nel comparto degli imballaggi alimentari.

La ricerca, ormai prossima a presentare i suoi risultati finali, ha ricevuto poco meno di 3 milioni di euro di finanziamenti dall’UE per portare a casa un importante obiettivo: tagliare drasticamente i rifiuti dell’industria dei succhi di frutta, sia quelli direttamente prodotti negli impianti sia quelli che devono smaltire i consumatori. Il comparto consuma grandi quantità di acqua, sia per la pulizia delle attrezzature e delle strutture che per il lavaggio della frutta prima di trasformarla in succo, restituendo di conseguenza un crescente volume di acque reflue.

 

PHBOTTLE è partito proprio da questo dato. I dodici partner del consorzio hanno trasformato questi rifiuti in un’innovativa confezione. Per realizzare l’eco-packaging sono stati impiagati principalmente gli zuccheri fermentabili presenti nelle acque reflue, trasformandoli in un polimero biodegradabile, il poliidrossibutirrato o PHB. La concentrazione di zuccheri come glucosio, fruttosio e maltosio nelle acque di scarico della lavorazione della frutta può raggiungere il 70 % del carico organico totale e costituire una fonte ricca di materie prime a basso costo per la bioproduzione di plastica vegetale.

 

PHBOTTLE develops a biodegradable material (PHB) by fermentation of food industry by-products

 

Alla bioplastica così ottenuta sono stati aggiunti anche degli antiossidanti micro incapsulati al fine di allungare la durata di conservazione del succo. Il risultato è duplice: si posso ottenere confezioni a basso impatto ambientale, riducendo nel contempo i costi legati al trattamento e smaltimento delle acque reflue.

 

“La nostra confezione rispetta l’ambiente non solo grazie alla sua origine naturale (e non a base di derivati del petrolio) ma anche grazie al fatto che la produzione della confezione contribuisce a ridurre l’impatto ambientale della gestione delle acque di scarico dell’industria dei succhi di frutta”, hanno commentato i ricercatori.

Ovviamente, ci tengono a specificare i ricercatori che hanno preso parte al progetto, il nuovo materiale plastico sviluppato è adatto anche al packaging di altri tipi di cibo e per applicazioni destinate ad altre industrie o mercati non alimentari (ad esempio il settore farmaceutico o quello cosmetico).

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